domenica 7 agosto 2011

RICORDANDO QUESTO IMMANE GENOCIDIO NUCLEARE



DAL CIELO ALLA TERRA





HO SCRITTO IL 6 AGOSTO 2010:

LEGGENDO E RILEGGENDO QUANTO GLI ANGELI IERI EXTRATERRESTRI OGGI CI HANNO TRASMESSO RICORDANDO QUESTO IMMANE GENOCIDIO NUCLEARE CHE L’UOMO DIABOLICAMENTE HA CAUSATO, NON POSSO NON RICORDARVI QUANTO SIA INDISPENSABILE LA MEMORIA. REPETITA JUVANT.


Giorgio Bongiovanni
Stigmatizzato

Sant’Elpidio a Mare (Italia)
6 agosto 2010


I FRATELLI ASTRALI COMUNICANO:


HIROSHIMA – NAGASAKI 1945-2007

RIMANGONO VALIDI ED ATTUALISSIMI I MESSAGGI E GLI AVVERTIMENTI A SUO TEMPO TRASMESSI A TUTTI, POTENTI E NON POTENTI.
DISCORSI CHE AVREBBERO POTUTO AIUTARVI MA CHE PURTROPPO NON SONO STATI ASCOLTATI.
LA SCIENZA SENZA COSCIENZA HA PREVALSO ED ORA VI TROVATE SULL'ORLO DEL PRECIPIZIO E CON L'ACQUA ALLA GOLA.
VI ERA STATO DETTO “NON SEPARATE QUANTO DIO HA UNITO!”.
CON LA SEPARAZIONE E QUINDI LA SCISSIONE DELL'ATOMO CHE DISTRUGGE LA VITA, AVETE DISUBBIDITO ANCORA UNA VOLTA ALLA LEGGE COSMICA.
L'ENERGIA NUCLEARE E LA COSTRUZIONE DI ORDIGNI ATOMICI SARANNO LA VOSTRA GHIGLIOTTINA SE NON METTETE FINE AI VOSTRI CONTINUI DESIDERI DI POTERE, DOMINIO E TIRANNIA.
VI ABBIAMO DETTO PIÙ VOLTE CHE LA NOSTRA MISSIONE SUL VOSTRO PIANETA È DI CARATTERE MESSIANICO, QUINDI PACIFICA E DI TUTELA DEL PIANETA TERRA E DI TUTTE QUELLE ANIME CHE VOGLIONO VIVERE NELLO SPIRITO E NEL CORPO.
VI ABBIAMO ANCHE DETTO CHE I DISEGNI DIVINI CI IMPONGONO, IN CASO DI GUERRA NUCLEARE TOTALE, DI INTERVENIRE IMMEDIATAMENTE E PORRE IN SALVO IL SALVABILE.
SAPPIATE CHE L'INTELLIGENZA COSMICA VI IMPORRÀ, CON OGNI MEZZO, DI NON DISTRUGGERE IL PIANETA CHE ABITATE.
SE RILEGGETE ATTENTAMENTE I MESSAGGI QUI ALLEGATI ED APPROFONDITE LA STORIA DELLO SCRIVENTE (WWW.GIORGIOBONGIOVANNI.IT, WWW.UNPUNTOENELINFINITO.COM) E DI ALTRI NOSTRI EMISSARI DEL PASSATO, TRA TUTTI GEORGE ADAMSKI ED EUGENIO SIRAGUSA, NON VI SARÀ DIFFICILE CAPIRE I NOSTRI DISCORSI, LE NOSTRE PREOCCUPAZIONI ED IL NOSTRO AMORE PER VOI.
VI SARÀ FACILE CAPIRE INOLTRE LA GIUSTIZIA CHE CI ANIMA E SOPRATTUTTO CHI SIAMO, DA DOVE VENIAMO, PERCHÉ SIAMO RITORNATI SULLA TERRA E A CHI SIAMO DEVOTI.
L'INTELLIGENZA SUPREMA CHE VIVE E DIMORA NELLE STELLE ED IL SUO UNIGENITO FIGLIO IL CRISTO SONO IL NOSTRO PUNTO MASSIMO DI RIFERIMENTO. QUESTO VE LO ABBIAMO GIÀ DETTO !
HIROSHIMA E NAGASAKI DOVREBBERO RISVEGLIARE LE VOSTRE COSCIENZE, DOVREBBERO SPINGERE IL VOSTRO SPIRITO IN PREGHIERA E RECITARE IL MEA-CULPA, MEA MAXIMA CULPA.
PURTROPPO SOLAMENTE POCHI SULLA TERRA, A PARTE TUTTE LE ANIME CHE GIÀ SOFFRONO, SEMBRA CHE VOGLIANO VIVERE, AMARE ED ESSERE FELICI DI ADORARE SE STESSI E GLI ALTRI.
NOI SIAMO PRONTI!
IL TEMPO È VENUTO!
OGNUNO PRENDA LA PROPRIA CROCE E SEGUA COLUI CHE PROSSIMAMENTE METTERÀ FINE AD OGNI INGIUSTIZIA NEL MONDO. COLUI CHE DISSE, NON CI STANCHEREMO MAI, MAI DI RIPETERLO, “RITORNERÒ CON GRAN POTENZA E GLORIA SULLE NUVOLE”, “NON VI LASCERÒ ORFANI, RITORNERÒ IN MEZZO A VOI”.
I GIUSTI!
I BEATI!
GLI UMILI E I PACIFICI ABBIANO FEDE E PAZIENZA.
LA GIOIA DEI LORO SPIRITI LI CONDURRÀ VERSO LA META.

PACE A VOI TUTTI!
SETUN SHENAR E I FRATELLI ASTRALI SALUTANO
TRAMITE GIORGIO BONGIOVANNI
STIGMATIZZATO

SANT'ELPIDIO A MARE (ITALIA), 6 AGOSTO 2007
ORE 16:29
DA HIROSHIMA A FUKUSHIMA, LA RIMOZIONE DEL RICORDO:
http://it.peacereporter.net/articolo/2983/Da+Hiroshima+a+Fukushima%2C+la+rimozione+del+ricordo

P.S. ALTRI MESSAGGI DELLE POTENZE CELESTI RICEVUTI DA GIORGIO BONGIOVANNI SU HIROSHIMA E NAGASAKI:
http://www.giorgiobongiovanni.org/messaggi-2008/347-hiroshima-e-nagasaki.html
http://www.giorgiobongiovanni.org/messaggi-2005/189-hiroshima-nagasaki-60-anni-or-sono.html




NEL 65° ANNIVERSARIO DELLA STRAGE, BAN KI-MOON ESORTA
AD ABBANDONARE LE ARMI DI DISTRUZIONE DI MASSA

HIROSHIMA RICORDA LA BOMBA ATOMICA: STORICA PARTECIPAZIONE DEGLI STATI UNITI
La campana della Pace di Hiroshima ha suonato alle 8.15 (l’1:15 in Italia), esattamente allo stesso momento in cui il 6 agosto 1945 un B-29 americano scaricò sulla città giapponese una bomba atomica, uccidendo in pochi secondi decine di migliaia di persone e centinaia negli anni. Oltre 55.000 persone hanno celebrato oggi a Hiroshima il 65° anniversario dal lancio della bomba atomica sulla città giapponese, in una cerimonia storica che ha visto per la prima volta la partecipazione ufficiale degli Stati Uniti e di un segretario generale delle Nazioni Unite. All’evento commemorativo, tenuto nel Peace Memorial Park realizzato nel centro della città rasa al suolo il 6 agosto 1945, hanno partecipato, tra le altre numerose personalità di spicco, l’ambasciatore Usa in Sol Levante, John Roos, in rappresentanza degli Stati Uniti, il Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, e il premier nipponico Naoto Kan.
Presenza record anche per la partecipazione internazionale alla cerimonia, con diplomatici in rappresentanza di 74 Paesi, il numero più alto finora registrato, tra cui anche la prima assoluta delle potenze atomiche Francia e Gran Bretagna. «Siamo tutti insieme in un viaggio da Ground Zero a Global Zero, ovvero un mondo libero dalle armi di distruzione di massa - ha dichiarato Ban nel suo intervento alla cerimonia -. È l’unica via percorribile verso un mondo più sicuro. Finchè esisteranno gli armamenti atomici saremo costretti a vivere sotto un’ombra nucleare».
In un momento in cui il rischio di proliferazione delle armi atomiche è sempre all’ordine del giorno della politica internazionale, nel corso della cerimonia si è voluto rinnovare ancora una volta l’impegno della città martire contro questa tendenza. Ban Ki-moon, il segretario generale delle Nazioni unite (Onu), era presente alla cerimonia. «La mia visita ha rafforzato la mia convinzione che queste armi devono essere messe fuorilegge, sia da una convenzione sulle armi internazionali sia da una cornice di strumenti che si rafforzino reciprocamente», ha detto in un discorso a Nagasaki, di fronte a uno dei simboli dell’olocausto nucleare: la cattedrale cattolica di Urakami.
I bombardamenti ebbero luogo il 6 e il 9 agosto 1945: nessuno è mai riuscito a dare un esatto numero delle vittime nelle due città che furono annichilite. Incommensurabili anche i danni - fisici, psichici, sociali - lamentati dagli «hibakusha», cioè le persone che furono esposte alle radiazioni del bombardamento nelle due città. Il 15 agosto 1945 il Giappone si arrese, ma gli storici ancora oggi sono divisi sulla valutazione dell’effettiva necessità di utilizzare armi di quel tipo. Gli Stati uniti non hanno mai, ufficialmente, fatto alcun passo indietro su quella scelta e preso parte alle commemorazioni, fino ad oggi.

6 agosto 2010 - La Stampa

L'ANTICRISTO ECONOMICO



DAL CIELO ALLA TERRA


L'ANTICRISTO ECONOMICO

ISMAEL HOSSEIN-ZADE, UN RICERCATORE-GIORNALISTA EBREO, SERIO ED ANCHE LUI UNA VOCE CHE GRIDA NEL DESERTO. EGLI DIMOSTRA L'INGANNO E LA MENZOGNA DEI PADRONI DEL DOLLARO AMERICANO.
NOI LO ABBIAMO GIÀ DETTO E SCRITTO DA TEMPO. L'ANTICRISTO È SULLA TERRA, È IL TIRANNO CHE DOMINA L'ECONOMIA MONDIALE ED È IL SIGNORE DI TUTTO CIÒ CHE È MATERIA. LA SUA ARMA ATOMICA È IL DENARO, IL SUO TALENTO LA VANITÀ E LA SETE DI SANGUE, IL SUO ESERCITO LA MAGGIOR PARTE DEGLI UOMINI ED UNA LEGIONE SPIRITUALE MALEDETTA DA DIO.
MA ATTENTI!
SULLA TERRA È RITORNATO ANCHE UN ALTRO PERSONAGGIO NON DI QUESTO MONDO: IL FIGLIO DI DIO GESÙ CRISTO. EGLI È PRESENTE MA INVISIBILE E CON LUI UNA SCHIERA DI SOLDATI DI LUCE UBBIDIENTI AL SIGNORE DEGLI ESERCITI ADONAY. EGLI HA PROMESSO DI RITORNARE CON POTENZA E GLORIA E QUINDI PRESTO TUTTI LO VEDRETE CON I VOSTRI OCCHI E TUTTI SARETE GIUDICATI SECONDO LE VOSTRE OPERE (Matteo, cap. 24. Apocalisse, cap.1).
LA BATTAGLIA DI ARMAGHEDON È INIZIATA E TRA NON MOLTO L'ANTICRISTO SARÀ FERITO A MORTE E LA SUA TESTA SARÀ MOZZATA DALL'ARCANGELO DELLA GIUSTIZIA.
TUTTI COLORO CHE RINUNCERANNO A SATANA E AL SUO STERCO (DENARO- MATERIA, ECC.) SARANNO GLORIFICATI E GOVERNERANNO IL REGNO CHE IL NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO INSTAURERÀ IN QUESTO MONDO.
IL TEMPO È VENUTO!
PACE!


DAL CIELO ALLA TERRA


P.S Articolo allegato. Leggete! Meditate e Deducete.

S. Elpidio a Mare (Italia)
4 agosto 2011. Ore 18.54
Giorgio Bongiovanni


CAPRI ESPIATORI E COLPEVOLI
QUALI SONO LE VERE CAUSE DEL DEBITO E DEL DEFICIT DEGLI USA


È ovvio che nessuna malattia può essere curata con successo senza una diagnosi appropriata del male stesso. Tuttavia, nei loro frenetici sforzi per rimediare la piaga del debito e deficit pubblico, i responsabili politici degli Stati Uniti tendono a scartare le cause che sono alla radice del problema e a concentrarsi, invece, sui capri espiatori.
Quali sono le cause alla radice del debito e deficit pubblico? Innanzitutto, i pacchetti di salvataggio multi-miliardari concessi a Wall Street al fine di riscattare i giocatori finanziari, i costi sempre crescenti della guerra e del militarismo, le immense concessioni tributarie ai ricchi ed il vertiginoso aumento dei costi dell’assistenza sanitaria, incrementati sistematicamente dalle compagnie di assicurazione e case farmaceutiche.
Quali sono i capri espiatori? Sono i diritti della rete sociale (Previdenza Sociale, Assistenza statale, medica ed ospedaliera, e Assistenza finanziaria spese mediche ed ospedaliere per i meno abbienti) e le spese discrezionali non militari: salute, educazione, abitazione, trasporto, ecosistema, sviluppo comunitario, scienza ed energia, servizi sociali, etc. Li definisco capri espiatori perché non costituiscono le fonti della continua scalata del debito e del deficit.
Prendiamo, ad esempio, la Previdenza Sociale. Innanzitutto, è un programma di assicurazione che si autofinanzia, sovvenzionato con l'imposte sul reddito, non con una elargizione o cortesia dello Zio Sam. Secondo, benché non abbia oramai un surplus così grande, come una volta, gode ancora di un surplus notevole. Certamente, senza il surplus della Previdenza Sociale, il debito federale sarebbe ancora maggiore di quello che è. Terzo, nella misura in cui il fondo fiduciario si trovi ad affrontare un'insufficienza nel futuro, può rimediarsi facilmente, ad esempio, aumentando il livello massimo di reddito imponibile, (ai fini del reddito), dagli attuali 106.800 dollari ad un livello leggermente superiore.
Così come la Previdenza Sociale, l'Assistenza Statale Medicospedaliera, è un programma di assicurazione, finanziato dall’imposta sul reddito. (Del 15,4% dell'imposta al reddito, il 12,5% è destinato a finanziare la Previdenza Sociale ed il rimanente 2,9% l'Assistenza Statale Medicospedaliera). È da poco che le spese dell'Assistenza Medico Ospedaliera sono quasi giunte a superare le entrate. Anche questo può essere risolto facilmente se o una volta che il reddito massimo imponibile per finanziamento del reddito venga aumentato al di sopra degli attuali 106.800 dollari.
La pressione finanziaria sul programma Medicare (Assistenza Statale Medico Ospedaliera), così come per Medicaid (Assistenza finanziaria spese mediche per meno abbienti), non si deve tanto a quella parte del programma che riguarda le entrate quanto a quella parte che riguarda i costi, la cui responsabilità è da attribuire a chi si occupa dell'assistenza sanitaria e farmaceutica e alle compagnie di assicurazione, non al programma in se. In effetti, il programma in sé è stato un caso ben riuscito di programmi di assicurazione sanitaria per singoli pagatori. Ci sono sospetti ragionevoli che questo sia il motivo per il quale potenti gruppi di interessi mirano alla distruzione dell'Assistenza Sanitaria Statale vista come un "cattivo" esempio di un programma di assicurazione medica di successo e con costi adeguati.
Proprio come i diritti non sono le fonti dei problemi del debito e del deficit, così non lo sono le spese discrezionali non militari come la sanità, l'educazione ed altre spese sociali e di infrastruttura.
Per un motivo, quelle spese, (o per essere più precisi, investimenti per mantenere e costruire il capitale fisico ed umano della società), costituiscono solo una piccola parte, il 15% del budget federale totale. Inoltre, la sua incidenza nell'aumento dei pagamenti federali è stata abbastanza infima negli ultimi anni, solo 14 centesimi per ogni dollaro nell'ultima decade, difficilmente sufficiente per incolparlo dell'astronomico aumento del debito e dei deficit federali durante questo periodo (Istituto di Politica Economica, Memorandum di Politica Nº 187, 13 Luglio 2011).
È ovvio, pertanto, che i negoziatori dei budget che si agitano e gridano a causa del tetto del debito, mentono impudentemente al popolo statunitense, quando incolpano i diritti alla previdenza sociale e alle spese pubbliche non militari come fonti del debito e del deficit federali. Un approccio onesto ai problemi del debito e del deficit sarebbe, invece, esaminare le vere cause di questi problemi: i salvataggi di Wall Street, guerra e spese militari, regali tributari ai ricchi e costi fuori controllo dell’assistenza sanitaria.
La cleptocrazia governante ed i mezzi corporativi hanno dato un’idea molto errata riguardo al riscatto dei giocatori di Wall Street: il governo ha pagato solamente 780 miliardi di dollari di denaro pubblico (chiamato TARP, o programma di assistenza alle banche), per salvare gli speculatori in bancarotta o prossimi alla bancarotta, che una volta ripresi avrebbero restituito quanto dovevano ai contribuenti - e fine del discorso!
In realtà, il denaro del programma TARP fu solo una piccola parte del regalo fatto a Wall Street dal governo con i soldi dei contribuenti. Altre forme di elargizioni governative, non note al pubblico, inclusero miliardi di dollari in sussidi, sostegni finanziari, prestiti, acquisti di azioni senza valore a prezzi elevati prima della recessione, ed una serie di sconcertanti forme di saccheggio.
Il senatore Bernie Sanders (del Vermont), descrive il fatto come segue:
“Il primo audit integrale della Riserva Federale ha scoperto nuovi sorprendenti dettagli su come gli Stati Uniti hanno elargito la enorme somma di 16mila miliardi in prestiti segreti per salvare banche e imprese statunitensi e straniere durante la peggior crisi economica dopo la Grande Depressione.”
Questo spiega perché il debito federale è aumentato da 9,2 mila miliardi di dollari nel 2007 a 14,2 mila miliardi nel 2011, un aumento di circa il 55%.
È ormai di dominio pubblico che a contribuire significativamente alla crescita del debito e del deficit è l'aumento delle spese nella guerra ed militare, quasi raddoppiato nell'ultima decade (da 295 miliardi di dollari nel 2000 agli attuali 560 miliardi). Benché il budget ufficiale del Pentagono per l'anno fiscale 2011 è di 560 miliardi di dollari, la cifra reale è quasi il doppio di quella ufficiale.
Il motivo di questa sottovalutazione è che il budget ufficiale del Dipartimento di Difesa esclude non solo i costi delle guerre in Iraq ed Afghanistan, ma anche una serie di altre voci di costo importanti. Queste voci di costo mascherati includono: budget per la Guardia Costiera, il Dipartimento di Sicurezza Interna, armi nucleari, programmi dei veterani, pagamenti per i militari in pensione, pagamenti di interessi sul denaro prestato per finanziare programmi militari negli ultimi anni ed altro ancora.
Una volta che queste spese non definite o mascherate vengono aggiunte al budget ufficiale del Pentagono, le voci totali del bilancio relative alla "sicurezza", ammonterebbero a poco più di 1.100 miliardi di dollari, che assorbe approssimativamente un terzo dell'intero budget federale di 3.400 miliardi di dollari del 2011.
Un altro fattore che ha contribuito all’aumento del debito e del deficit sono state le immense agevolazioni fiscali concesse a gigantesche imprese e agli strati molto benestanti della società. Ad esempio, secondo i Cittadini per la Giustizia Tributaria (CTJ, sigle in inglese), noti per le loro precise relazioni sulle imposte, l’ammontare combinato di imposte pagate dalle seguenti 12 corporazioni per il periodo 2008-2010 fu zero, anzi, meno di zero! Collettivamente, ricevettero 2.500 miliardi di dollari in rimborsi.
Le 12 aziende furono: Exxon Mobile, Wells Fargo, DuPont, American Electric Power, Boeing, FedEx, IBM, Generale Electric, Honeywell International, United Technologies, Verizon Communications e Yahoo. CTJ informa che “dal 2008 al 2010, queste 12 compagnie dichiararono171 miliardi di dollari di profitti americani lordi. Ma come gruppo, le loro imposte federali sul reddito furono negative: -2.500 milioni di dollari.” (Bisogna segnalare che benché il totale delle tasse federali sul reddito per il gruppo di 12 nel suo insieme è stato negativo, quattro su 12 ha pagato qualche tassa federale, ma le poche tasse che queste quattro versarono furono più che compensate dalle altre sette compagnie che non hanno pagato niente.)
Un'indicazione di come le grandi corporazioni USA pagano - o evitano di pagare - i propri obblighi tributari. Gli estremamente ricchi e potenti gruppi di interesse hanno utilizzato (dalla fine degli anni settanta inizi degli ottanta), deliberatamente una combinazione dell'aumento delle spese militari e di riduzione dei propri obblighi tributari per ridistribuire le risorse nazionali dalla base. Questa combinazione porta ad aumenti ai fini del debito e deficit, e quindi obbliga ai tagli nelle spese pubbliche non militari.
Questo rappresenta una strategia cinicamente astuta da parte della plutocrazia governante che si avvantaggia con la guerra, il militarismo, il debito ed il deficit: invece di finanziare le sue guerre ed avventure militari pagando imposte in proporzione alle sue entrate, si concedono sovvenzioni tributarie, finanziano le guerre predilette mediante prestiti e dopo girano le spalle e prestano denaro (imposte non pagate), al governo guadagnando interessi. Così i ricchi hanno trasformato con successo i loro obblighi tributari in diritti di credito, cioè, prestano invece di pagare imposte, che in essenza è semplicemente una forma mascherata di furto.
Da questa breve analisi si deduce ovviamente che i cani politici di Washington che abbaiano di fronte alle spese pubbliche non militari come motivo dell'aumento del debito nazionale e del deficit suonano alla porta sbagliata. Fin quando le spese fuori controllo per la guerra ed il militarismo non subiscano un freno, le miliardarie concessioni per il benessere corporativo (sottoforma di regali tributari e costosi pacchetti di salvataggio/insolvenza), non siano ridotti, ed i costi dell’assistenza sanitaria in vertiginoso aumento non si restringano, il debito nazionale ed il deficit continueranno la loro tendenza ascendente.
È anche ovvio che si mente al popolo statunitense quando gli viene detto che tutta la lite che ha luogo a Washington per il tetto del debito è per ridurre il debito nazionale. In realtà, il debito nazionale continuerà ad aumentare anche se il governo delle corporazioni estrae pochi bilioni di dollari riducendo ancora di più le spese pubbliche non militari, cioè, riducendo ancora di più il livello di vita della gente.

Ismael Hossein-Zadeh, autore di The Political Economy of U.S. Militarism (Palgrave-Macmillan 2007), e di Soviet Non-capitalist Development: The Case of Nasser's Egypt (PraegerPublishers 1989), è professore emerito di economia nell'Università Drake, Des Moines, Iowa.

Ismael Hossein-Zade - Asia Times Online

Tradotto dall'inglese in spagnolo per Rebelión da Germán Leyens
(Copyright 2011 Ismael Hossein-Zadeh).

Fonte: http://www.atimes.com/atimes/Global_Economy/MH03Dj03.html

Il valore di una promessa (Sonia Alea)‏

È sera. Il lungo viaggio cominciato a metà mattina ha oramai percorso le regioni che dalle Marche ci ha condotti verso la Sicilia. Lunghi chilometri di litorale adriatico sono scorsi sulla nostra sinistra permettendo al nostro sguardo di smarrirsi oltre il confine dell’orizzonte in quell’azzurro infinito illuminato dal Sole che come in un abbraccio unisce la terra al cielo. Sulla destra hanno fatto da cornice le verdi e dolci colline che ci hanno condotto verso la stupenda catena degli Appennini, la quale aprendoci continui varchi all'interno delle sue montagne ci ha permesso di essere attraversata fino alla estrema punta della nostra penisola. Il caldo soffiare del vento, l’azzurro intenso del mare e il forte odore di sale inebriano i nostri sensi intorpiditi da quella materialità che ci costringe prigionieri in un mondo alieno, attraverso la quale però occorre passare per poter riscattare quella vera coscienza che ci renderà liberi e che potrà riconsegnare alle future generazioni la dignità del proprio vivere che spetta loro di diritto.
Sul traghetto che ondeggia tra le onde bianche e spumeggianti del Mediterraneo osserviamo quel triangolo di terra dal gusto dolce e amaro nel contempo, dai colori estremi di bianco e nero, una terra capace di dare alla luce esseri dalla straordinaria capacità di amore incondizionato e uomini capaci di provare sentimenti di odio efferato e determinato. Una costante lotta tra opposti valori , vigliaccheria e coraggio, apatia e passione, morte e vita in una battaglia ancestrale che si batte tra le forze del bene e quelle del male per la supremazia sulle anime.
Una volta ancora ci accoglie questa terra dalle mille contraddizioni aprendo le sue braccia all'uomo che da tempo attende. Terra intrisa dal sangue dei martiri. Terra segnata dal passo dei giusti. Terra bagnata dalle lacrime di madri che piangono i propri figli trucidati e terra benedetta toccata dal sangue di Cristo.
È oramai notte. Parte della redazione di ANTIMAFIADuemila e parte della famiglia accompagniamo Giorgio per un appuntamento annuale che quest'anno assume una sfumatura dai contorni più profondi. Benché alcuni membri della nostra redazione siano già operativi da alcuni mesi nella città di Palermo, il trasferimento di Giorgio ha luogo oggi.

È passata la mezzanotte. Il 17 luglio 2011 ha inizio.
Durante il viaggio Emanuele e Francesco avevano condotto le due auto mentre Giorgio si era dedicato alle varie e numerose attività operative. A pochi chilometri dal capoluogo siciliano però Giorgio chiede al nostro caro Emanuele di fermarsi in una piazzola di sosta. In silenzio scende dalla macchina e si posiziona al posto di guida. Ripartiamo. Le ruote corrono veloci sul selciato dell'autostrada. In religioso silenzio ammiro il firmamento illuminato dalle innumerevoli stelle che questa sera paiono più lucenti del solito mentre una profonda emozione sale lentamente dall'anima. Nessuno di noi parla ma so che tutti percepiamo il medesimo sentimento. Osservo il quadro illuminato della nostra auto e scorgo il numero 5.5. Sono i chilometri che ci separano dalla città. Le note dell'Ave Maria riecheggiano come d'incanto nell'abitacolo levandosi alte verso il Cielo insieme alle nostre preghiere. È Lei. È Lei che con il Suo Divino manto avvolge il precursore di Suo figlio ricoprendolo di quella protezione di cui avrà bisogno e accompagnando il suo ingresso in quella città santa indicata dall'antica profezia. Lo osservo dallo specchietto. Lacrime copiose mi bagnano il volto e un tumulto di sentimenti e pensieri affollano la mia mente, stringo la mano al mio Angelo, la mia bambina, addormentata al mio fianco, e quella di Antonella che mi guarda intensamente. Vedo gli occhi di Lorella. La fronte corrugata, il volto sudato, guarda dritto avanti Giorgio, il suo sguardo è proiettato verso quel futuro incerto che lo attende, cosciente che non sarà un gioco, ma il Cavaliere di Luce sul suo cavallo bianco come un condottiero valoroso e fiero entra tra le porte della città. Le toccanti note di Ennio Morricone suonate nel film su Giordano Bruno nel momento in cui viene condotto al rogo stringono il nostro cuore dentro una dura morsa: “Avete più paura voi a pronunciare la sentenza che io ad accoglierla” aveva detto ai suoi carnefici il filosofo. Ricordo quelle parole con una angoscia profonda ma con la coscienza che dietro l'esempio del Cristo molti uomini hanno dato la vita per i supremi valori di Giustizia e Verità vincendo la morte. Nessuno proferisce parola. Il silenzio a volte parla più della stessa voce. Osservo il navigatore dell'auto e noto che non stiamo andando verso quella che sarà la nostra casa, Giorgio cerca tra le vie della città un altro luogo. Mi chiedo quale sia. Tra il traffico del borgo che nonostante l'ora tarda pullula di vita, giungiamo a destinazione. Ci troviamo in via Isidoro Carini. Di fronte a noi la targa che raffigura il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, sua moglie Emanuela Setti Carraro e l'agente di scorta Domenico Russo trucidati dalla mafia il 3 settembre 1982. “Ci sono cose che non si fanno per coraggio” disse un giorno il Generale Dalla Chiesa a suo figlio, “si fanno per potere continuare a guardare serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei propri figli. C’è troppa gente onesta, tanta gente qualunque, che ha fiducia in me. Non posso deluderla”. Giorgio, memore di una promessa fatta al Generale 30 anni prima, scende dall'auto, in silenzio, seguito dai nostri passi e dal nostro sguardo turbato, si ferma dinanzi a quella targa, guardandola a lungo, per poi dirigersi pochi passi di fronte, sulla strada, proprio dove avvenne l'assassinio. Ed è in quel preciso momento che accade qualcosa dal valore profondamente mistico e spirituale oltre che profondamente umano. Lo guardiamo come a rallentatore inginocchiarsi su quell’asfalto, toccare con le sue mani sacre il suolo di quella terra disgraziata e allo stesso tempo benedetta per poi baciarla. Restiamo attorno a lui attoniti in quell'attimo in cui il tempo non è più tempo e lo spazio non è più spazio. Non sappiamo chi si sia accorto di quanto accaduto ma ci rendiamo conto che le macchine ci passano accanto così come le persone ignare e inconsapevoli. “Questo è il selciato bagnato dal sangue del Generale, di sua moglie e dell'agente di scorta” sussurra Giorgio con un filo di voce, poi sollevandosi da terra continua dirigendosi lentamente verso la macchina: “Gliel'avevo promesso il giorno del suo assassinio che sarei venuto un giorno a vivere qui e che gli avrei reso giustizia”.
Ripartiamo da via Carini questa volta verso casa. La nostra casa di Palermo.

Ad accoglierci alcuni dei nostri carissimi fratelli dell'isola e di Pordenone e i nostri carissimi Lorenzo e Maria già stabili in redazione. Entriamo in casa con i bagagli e l'aiuto di tutti, tra i fraterni abbracci per la gioia di rivedersi Con il cuore ancora gonfio di emozione per quanto appena accaduto abbraccio forte Emanuele che con la voce rotta dalla commozione mi sussurra: “Non mi dire niente Sonia” mentre una lacrima giunge dritta al suo cuore di ragazzo innamorato del suo Generale, del suo capo, fratello, padre e amico. Di quell'uomo che ha dato un senso alla sua giovane vita. Emanuele che rappresenta tutti i suoi amici e fratelli del mondo nel cui petto brucia il fuoco della Verità.
Ritorniamo in noi per raccontare agli altri quanto accaduto e poter insieme consumare qualcosa di caldo che l'insostituibile responsabile dell'arca di Palermo Giovannone insieme a sua moglie Meri e il piccolo Lorenzo ci hanno teneramente offerto per poi andare finalmente a poggiare il capo su un morbido cuscino.

Ci risvegliamo a Palermo.
Dai grandi finestroni la città, come in una cartolina, è di fronte a noi ... il monte Pellegrino, Castel Utveggio, la baia di Mondello, il mare dal profondo blu ... sulle pagine locali del quotidiano Repubblica si parla delle prime attività commemorative in onore di Paolo Borsellino e del programma stabilito per i tre giorni 17/18/19 luglio e con nostra grande sorpresa scorgiamo tra le foto dell'articolo un primo piano, risalente all'anno passato, del nostro amato Giovanni figlio di Giorgio e Lorella che solleva la sua agenda rossa tra le tante altre. Un segno chiaro che colpisce profondamente Giorgio e tutti noi.
Altri fratelli intanto giungono in redazione nelle ore successive mentre Lorenzo e Anna proseguono negli ultimi preparativi antecedenti la conferenza e presenziano alle varie attività organizzate da Salvatore e Rita Borsellino per la ricorrenza della dolorosa strage di Via d'Amelio.
Intanto Giorgio in riunione con i fratelli presenti delle varie associazioni battezza la nuova arca di Palermo con il nome di “Arca Giustizia e Verità”.

È il 18 luglio.
Il grido dei giovani in marcia davanti al corteo delle agende rosse riecheggia nelle strade di Palermo. Li sentiamo arrivare e li attendiamo giungere dinanzi alla facoltà di giurisprudenza dove si terrà la nostra conferenza e dove si è assiepata la popolazione civile. Salvatore Borsellino è alla guida del corteo che oramai senza voce saluta Giorgio andatogli incontro per abbracciarlo calorosamente. Accanto a Salvatore anche Giorgio unito ai numerosi giovani leva alta quell'agenda rossa, simbolo di chi non si arrende, simbolo di chi non si accontenta, di chi rifiuta di essere schiavo, di chi ha coraggio, di chi grida per dare voce a coloro che voce non hanno, di chi lotta per un mondo migliore... “Fuori la mafia dallo stato” gridano i ragazzi, “Di Matteo, Ingroia e Scarpinato siete voi il vero stato” continuano i giovani inneggiando quei veri uomini che ancora ci onorano di rappresentare la nostra povera Italia . Macchine fotografiche e telecamere riprendono l'evento. Un moto rivoluzionario prende forma, si amalgama nel nostro Paese così come in tanti altri Stati del mondo. È la rivoluzione dei giusti, il grido degli assettati di giustizia.
Fanno quindi il loro ingresso nell'atrio esterno della facoltà Giorgio Bongiovanni e Salvatore Borsellino seguiti dal corteo e dalla gente che si avvicina per salutarli. Di lì a poco l'androne si riempie di persone. In poco tempo contiamo più di settecento persone presenti. Accanto allo stand di Antimafia quest'anno è presente anche l'angolo informativo della nostra Funima con la presenza della presidente la nostra cara Mara e il direttore Giovanni Bongiovanni. Presente anche, come ogni anno, Angelo Aiello che si occupa delle riprese video, insieme agli altri cari fratelli di Catania, di Siracusa, di Messina e di altre città della Sicilia e i nostri Aaron, Maria e Monica della redazione Antimafia che trasmetteranno in tempo reale le news della conferenza'. Raggiungono il tavolo dei relatori anche Anna Petrozzi, caporedattrice del giornale e moderatrice dell'incontro, e Lorenzo Baldo vice direttore e organizzatore del convegno, occhi e braccia del direttore senza il quale non si sarebbero raggiunti i risultati ottenuti fino ad oggi Il giornalista europarlamentare Giulietto Chiesa fa ingresso immediatamente dopo, anch'esso circondato dai tanti cittadini che desiderano salutarlo. Giulietto Chiesa è la novità di quest'anno.
L'entrata in sala dei magistrati Antonino Di Matteo e Antonio Ingroia ci procurano una grande emozione accompagnata dalla calorosa accoglienza del pubblico. Minuti di applauso in una standing ovation generale. E anche loro, i magistrati, commossi per tanto affetto mostrato raggiungono il tavolo dei relatori. Poco dopo l'inizio del dibattito, giunge anche il giudice Roberto Scarpinato.
Anna saluta la platea dando inizio alla conferenza che quest'anno ha il titolo di “Quinto potere. Le finalità dello stragismo tra depistaggi e verità storiche.”. Un incontro all'insegna della resistenza, del desiderio di creare un fronte unico che si opponga al sistema criminale vigente. Oltre alle persone presenti nel chiostro della facoltà sono collegati in streaming più di mille utenti. La parola alla sorella di Paolo e Salvatore Borsellino, Rita, che ci onora della sua presenza con il suo caloroso saluto:
“È veramente straordinaria questa vostra partecipazione, questa vostra presenza, questo clima” dice con il trasporto di un dolore ancora troppo forte dentro al cuore ma di una donna e di una madre che sa amare: “ricordo Paolo diceva: la gente fa il tifo per noi ... grazie di non avere mai mollato, grazie di averci creduto fino in fondo, grazie di essere presenti qui tutti insieme perché è un compito difficile quello che ci siamo dati, è un compito difficile e dobbiamo non solo continuare a camminare ma dobbiamo stringerci attorno a loro che vanno avanti, che portano la lampada, perché noi che andiamo dietro possiamo vedere la strada dove camminiamo” continua Rita riferendosi ai magistrati presenti e a quelli assenti ma che si battono in prima linea e conclude: “A questa nostra marcia hanno partecipato per la prima volta tutta una serie di pulcini, i piccoli della famiglia Borsellino ...ora andiamo a casa .. voi qui ragionate di cose importanti che per loro sarebbero un po’ difficili da capire anche se hanno imparato a parlare da piccoli parole di giustizia e di verità. Queste sono le nuove generazioni a cui affidiamo il nostro paese”. Le bellissime e commoventi parole di Rita sono accompagnate dal forte applauso del pubblico e dall'abbraccio di Salvatore e Giorgio. Anna ringraziandola con affetto passa poi la parola al preside della facoltà di giurisprudenza Antonio Scaglione , figlio di un altro martire della giustizia, il giudice Pietro Scaglione assassinato dalla mafia nel 1961. “Prendo molto brevemente la parola, volevo portare a tutti gli intervenuti il più cordiale saluto della facoltà di Giurisprudenza, che ancora una volta è particolarmente onorata di ospitare questa manifestazione come negli anni precedenti”. ... Il preside elenca per la memoria dei più giovani i nomi dei tanti martiri assassinati in questa città per mano mafiosa e prosegue ricordando un uomo speciale: “Volevo ricordare uno studente di questa facoltà, al quale ignobili mafiosi non consentirono di conseguire la laurea, il capitano dei Carabinieri Emanuele Basile. Noi abbiamo ovviato a questo agguato mafioso e abbiamo conferito nel 2010 la laurea honoris causa alla memoria del capitano Basile, che quindi è dottore di questa facoltà”. Un grande applauso si solleva in onore del capitano Basile assassinato dalla mafia il 4 maggio 1980 mentre si trovava con la figlia Barbara di quattro anni e la moglie Silvana Musanti in attesa di assistere allo spettacolo pirotecnico della festa del Santissimo Crocefisso a Monreale. Il Capitano Basile si era distinto per le sue rischiose operazioni di servizio, impegnandosi, pur consapevole dei pericoli cui si esponeva, in prolungate e difficili indagini, che portavano alla individuazione e all'arresto di numerosi e pericolosi aderenti ad organizzazioni mafiose operanti anche a livello internazionale. Poco prima di morire il capitano si era premurato di consegnare tutti i risultati a cui era pervenuto a Paolo Borsellino. Tre anni dopo la sua morte, il 13 giugno 1983 morirà ucciso sempre per mano di Cosa Nostra anche il suo successore il Capitano Mario D'Aleo.
“Non dobbiamo più permettere che si ripeta quanto già troppe volte è accaduto” dice Giorgio Bongiovanni rivolgendosi al pubblico, “cioè il verificarsi di stragi nel nostro Paese. Rimango sconcertato quando vedo telegiornali nazionali che additano magistrati come Antonio Ingroia e Nino Di Matteo. Entrambi impegnati nelle delicate indagini sulla cosiddetta trattativa tra stato e mafia e pesantemente attaccati in Tv, indicati di fronte a milioni di persone come attentatori della Costituzione, eversori, terroristi. Una pericolosa azione di delegittimazione che la mafia potrebbe avvertire come un messaggio: “Ammazzateli”.

Tanto più che è di prossima uscita un telefilm con Raul Bova, per il quale si prevedono 12 milioni di telespettatori, e che sarà intitolato “La persecuzione di Ultimo”. Un telefilm che dipinge come persecutori i magistrati che stanno indagando il generale Mario Mori per favoreggiamento alla mafia e che nella vita reale sono, ancora una volta, Antonio Ingroia e Antonino Di Matteo. Un attacco estremamente raffinato e per questo gravissimo.
Episodi come questi nella storia del nostro Paese,” prosegue il direttore, “si ripetono continuamente cari amici e fratelli palermitani e quindi scusatemi se sarò monotono, ma su questo punto voglio insistere: non dobbiamo permettere che saltino di nuovo in aria autostrade o che vengano sventrate intere vie. Ingroia e Di Matteo sono solo un simbolo, l’attacco rivolto a loro è in realtà diretto a tutti i colleghi che come loro stanno lavorando per arrivare alla verità sui mandanti esterni delle stragi di Capaci e Via D’Amelio. Su chi ha veramente voluto la morte di Paolo Borsellino, di Giovanni Falcone, degli agenti delle loro scorte per creare un nuovo potere in Italia. Un potere forte che secondo il mio punto di vista governa oggi il nostro Paese e all’interno del quale troviamo forse gli stessi soggetti che hanno organizzato quegli eccidi o che comunque hanno votato a loro favore.
Ed è per questo che il nostro Governo tenta in ogni modo, giorno dopo giorno, con assurde proposte di legge, di indebolire l’azione della magistratura”. Giorgio si accinge a concludere dopo aver ricordato gli avvenimenti succedutisi durante l'anno trascorso tra il plauso della platea citando in ultimo un uomo che la vita aveva riabilitato: “In chiusura, prima di lasciare la parola ai nostri ospiti, proseguendo nella mia elencazione dei fatti accaduti quest’anno vorrei ricordare una persona che ho avuto modo di conoscere, ma per la quale non chiedo un applauso. Era un assassino, un criminale, amico di Riina e di altri potenti boss mafiosi ma dopo essersi pentito ha dato il suo contributo alla Giustizia. Si chiamava Salvatore Cancemi ed è morto lo scorso gennaio.
Voglio ricordarlo perché nel corso di una serie di colloqui che feci con lui e che riportai nel mio libro intervista “Riina mi fece di nomi di...” mi rivelò che in futuro, prima di morire, mi avrebbe parlato dei rapporti intrattenuti dallo stesso Riina con il Vaticano.
È morto prima che io riuscissi ad ascoltare il suo racconto, ma spero che prima o poi qualche altro pentito potrà parlarmi di quei legami”.
Il messaggio è chiaro e purtroppo anche ciò che questo potrà comportare. Il livello si fa sempre più alto.

“L’appello e l’auspicio è di restare sempre attenti, di seguire quello che accade” invita il Procuratore Antonio Ingroia al termine della sua arringa “di non lasciarvi fuorviare dalla disinformazione imperante, di aiutarci a mettere degli altri piedi (di traverso ndr) per impedire che la porta che ci conduce alla verità ci venga chiusa. Perché io sono convinto che aveva ragione Hannah Arendt, quando diceva che persuasione e violenza possono provare a distruggere la verità, ma non possono rimpiazzarla, perché la verità possiede una forza intrinseca e i fatti, nella loro ostinatezza, sono superiori al potere e alla fine prevalgono”.

“Ci sono stati dei Giudici” testimonia il pm Antonino di Matteo “dei colleghi, tra questi Paolo Borsellino in particolare, che con la loro testimonianza, con i loro interventi pubblici, con le loro esternazioni, con le loro interviste, quando l’hanno ritenuto opportuno, ci hanno insegnato che ci sono dei momenti, e quello che stiamo vivendo è uno di quelli, in cui c’è una alternativa: o ci si rassegna sottomettendosi alla legge del più forte o si deve trovare il coraggio di denunciare pubblicamente, con forza, lealtà e chiarezza ciò che sta accadendo alla giustizia. Non è più il momento della prudenza, del silenzio, della convenienza a non esporsi in prima persona, è il momento per tutti noi dell’assunzione di responsabilità, per tutti noi, da parte di chiunque crede nei valori costituzionali che regolano la nostra democrazia”.

“Io credo che questo nostro appuntamento annuale” prosegue Roberto Scarpinato concludendo la sua interessantissima analisi storica sulle radici criminali del potere nel nostro paese “fuori dei luoghi dell’ufficialità – non è un caso che io da anni non partecipi alle cerimonie ufficiali, ma partecipo soltanto alle cerimonie come questa – assume il senso e il valore di una promessa reciproca. Noi magistrati, qualunque cosa accada, continueremo ad andare avanti e a cercare di ricostruire la verità processuale. Voi, però, non smobilitate, continuate a battervi perché su questa vicenda non cada la coltre del silenzio, perché non si verifichi una amnistia collettiva per l’amnesia collettiva e perché resti viva la memoria di quanto è accaduto. Gli assassini hanno terrore della memoria; il generale Videla, capo della Giunta argentina che si rese responsabile di genocidi di massa, soleva ripetere: “La memoria è sovversiva” e dunque restiamo tutti sovversivi della memoria e facciamo che gli assassini continuino a dormire notti insonni, sino a quando non riusciremo a portarli sul banco degli imputati.

La trasparenza, l'incorruttibilità, la coerenza e la caparbietà di questi uomini/magistrati sono un esempio di devozione alla Verità, un esempio per tanti giovani, un esempio per tutti quei cittadini onesti che ritrovano in loro la forza di andare avanti e di non cedere a quel diffuso relativismo che spazza via ogni punto di riferimento etico e morale, perché la libertà di un uomo finisce dove inizia quella di un altro.

“Abbiamo un ospite straordinario questa sera” annuncia il direttore di Antimafia Duemila “il grande giornalista Giulietto Chiesa, che è protagonista di tante battaglie, soprattutto sul campo, a livello internazionale, della politica estera, ma anche ovviamente delle lotte sociali del nostro Paese. Lui è reduce da quanto accaduto in Val di Susa. Vorrei chiedere a Giulietto come si sente stasera qui, nella trincea di Palermo. Tu che sei stato in tante trincee del mondo in Afganistan, in Unione Sovietica, a Mosca, in Iraq, in Palestina, qui come ti senti? Che senti? Che ci dici da tutto quello che hai sentito?”

“Dico un’eresia” Risponde il grande giornalista, “se noi vivessimo in un paese democratico ciò che avete sentito voi questa sera l’avrebbero sentito trenta milioni di italiani.
Dico questo perché stasera se n’è parlato, l’abbiamo sentito dai tre magistrati che hanno parlato in diverse riprese che uno dei problemi cruciali che abbiamo di fronte è quello dell’informazione. Se dovessi usare una frase di Antonio Gramsci direi che una grande riforma intellettuale e morale di questo Paese passa attraverso un risanamento profondo del sistema dell’informazione, che è interamente al servizio della mafia. Con qualche eccezione, naturalmente, ma io vi inviterei tutti a riflettere sul concetto del rumore di fondo” prosegue Chiesa, “le eccezioni ci sono, ma sono come delle grida isolate che durano un secondo e vengono soverchiate dal rumore di fondo, che milioni di persone sentono tutti i giorni, ascoltano, soprattutto vedono. Ora noi abbiamo un problema di fondo da affrontare, che è un problema concreto, quello di cominciare a difenderci attivamente da coloro che ci ingannano. Finora non l’abbiamo fatto ancora, dobbiamo imparare a farlo ... Quello che accade in Italia, sta accadendo in tutto il mondo. La democrazia è stata profondamente minata dal fatto che i poteri, i veri poteri che dominano la scena politica, hanno ormai conquistato completamente o quasi il controllo delle nostre menti. Questo è il vero punto da cui partire per una riflessione e per un cambiamento profondo. ... Questa è la prima cosa che volevo dire; la seconda è che, Giorgio mi ha chiesto come mi sento, mi sento come un nano, di fronte a quello che avete ascoltato, lo dico senza piaggeria, io sono onorato di essere qui questa sera, lo considero un grande regalo per me, per la mia vita, per tutta la mia esperienza. ... la mia esperienza internazionale mi ha fatto capire, che noi stiamo ormai vivendo un’epoca e una fase in cui i poteri criminali sono arrivati ai massimi livelli del mondo intero. I grandi paesi del mondo sono guidati da gruppi di criminali che si parlano, comunicano tra loro attraverso messaggi mafiosi, si mandano segnali sopra le nostre teste, prendono decisioni senza che noi sappiamo praticamente nulla di ciò che accade.
Quindi c’è una sola possibilità, quella di produrre un mutamento dal basso, con una grande mobilitazione. Vedete, io credo fondamentalmente in questo e questo è il contributo che voglio dare a questa discussione. Sono convinto che noi viviamo/voi vivete in un’epoca senza precedenti, parlo soprattutto ai giovani, voi vedrete nel corso della vostra vita cambiamenti che la generazione precedente non ha visto, che probabilmente nessuna delle generazioni umane precedenti ha visto. Noi siamo arrivati alla fine dello sviluppo, con il quale noi abbiamo convissuto negli ultimi tre secoli, questo sviluppo finirà nel corso di questa prima metà di questo ventunesimo secolo. È l’epoca della crisi di questo potere ... nella nuova crisi che si presenta e che metterà in discussione tutti i nostri rapporti sociali, culturali, umani, intellettuali, morali, coloro che detengono il potere assolderanno di nuovo le forze della violenza e della mafia per mantenerlo, per intimidirci, per spaventarci, per fermarci. Ma sarà il loro momento più debole, perché quello che sta accadendo sotto i nostri occhi in questi giorni è che sta crollando l’impero americano, sta crollando il dollaro, l’intero Occidente è sopraffatto da un debito che non è in grado di controllare, l’intero Occidente non sa come affronterà i prossimi dieci, quindici, venticinque anni. Voi capite che questi sono i fondamenti del potere e il potere dovrà affrontare questa crisi in questa situazione, in cui sarà particolarmente debole. Ma, poiché sarà particolarmente debole, sarà quel momento in cui cercherà di esercitare la violenza contro di noi come non ha mai fatto in precedenza. Quindi bisogna prepararsi a questa offensiva della violenza del potere. La seconda cosa, altrettanto vera, è che noi, voi, oggi siamo più forti di quanto non siamo mai stati” dice Giulietto scatenando il forte applauso del pubblico.
“Guardate cosa ci dicono i referendum di un mese fa ... ci avevano detto che l’Italia era addormentata, che l’Italia era incapace di reagire, che l’Italia era conservatrice ... abbiamo scoperto che il 53% degli italiani mette al primo posto i beni comuni e ha battuto l’energia nucleare, per sempre!” la gente continua ad applaudire incessante.
“Da oggi in poi” continua Giulietto “neanche il nostro eversore Presidente del Consiglio potrà dire che il popolo italiano è in maggioranza dalla sua parte, non lo è! L’Italia non è mai stata quella che ci hanno raccontato e questo lo dobbiamo, io credo, alla nostra Costituzione, alla nostra storia. Se siamo così, nonostante tutto, nonostante Italia1 e Mediaset, nonostante le schifezze della televisione, è perché noi abbiamo avuto una grande Costituzione democratica, che ci ha consentito di difenderci”. Il pubblico applaude ancora più forte, le parole di Chiesa mostrano il panorama prospettato dagli stessi precedenti relatori visto da una prospettiva internazionale. “Allora siamo forti” prosegue, “siamo più forti di prima, non c’è dubbio che siamo più forti di prima, guardate cosa sta accadendo in Grecia. La Grecia, un piccolo paese europeo, è stata attaccata, sottoposta a una specie di ricatto in base al quale il popolo greco dovrebbe pagare un debito di trecento miliardi di euro, grosso modo, quando gli Stati Uniti d’America, da soli, hanno accumulato un debito di quindicimila miliardi di euro. E la stessa cosa accadrà con noi, accadrà con gli spagnoli, accadrà con i portoghesi, accadrà con gli irlandesi. Ai greci dicono: “Vendete, privatizzate, vendete le vostre isole”, a noi diranno: “Vendete il Colosseo”, verranno qui e ci compreranno, con i soldi artificiali che hanno costruito negli ultimi venticinque anni, a Washington, a Wall Street, ...Allora noi gli dobbiamo dire,... che noi non pagheremo il debito che loro hanno creato! ... Se gli italiani diranno che non pagheremo il nostro debito, o salta l’Europa o le banche private dovranno contrattare con noi. Quindi questo è uno dei punti che dobbiamo capire, quali sono le forze che abbiamo a disposizione, quali sono le azioni che possiamo realizzare. Questo è un programma politico, chi lo può realizzare in Italia? Esistono partiti capaci di realizzare o anche solo di immaginare questo programma? Non esistono. Allora spetta a voi, ragazzi. Questa classe politica bisogna mandarla a casa, il più presto possibile. Mandatela a casa e organizziamoci per difenderci. Questa sera forse per me è una delle più straordinarie esperienze, perché non immaginavo di trovare a Palermo tanti giovani, adesso capisco che tanti giovani così si possono trovare se saremo capaci di chiamarli a Palermo, a Milano, a Genova, a Roma, dappertutto. Siamo diventati più forti e possiamo vincere.
Il discorso di Giulietto rivela un quadro chiaro e allo stesso tempo agghiacciante, la platea e gli stessi magistrati hanno ascoltato attentamente le sue parole.

Salvatore Borsellino sebbene rimasto senza voce prende la parola ringraziando Giulietto, Giorgio, i tanti giovani presenti e riproponendo quella cinta di protezione attorno ai suoi magistrati. Quei magistrati che con un filo sottile lo riconducono a suo fratello Paolo.

“Io mi chiedo” dice Salvatore “che cosa possa dire questa sera un ingegnere, l’ingegnere Salvatore Borsellino, dopo che abbiamo ascoltato tre magistrati come Scarpinato, come Ingroia, come Di Matteo, dopo che abbiamo ascoltato un giornalista dalla profonda esperienza internazionale come Giulietto Chiesa, che sta portando da anni avanti un progetto politico, quello che dovrebbe essere la politica, non quella che è la politica nel nostro Paese, un progetto politico per la mobilitazione dal basso, un progetto politico che possa cambiare finalmente il nostro Paese, che veramente potrebbe far sentire quel fresco profumo di libertà che oggi ho sentito ricordare in questa aula, nella quale ho passeggiato insieme a mio fratello Paolo.
Non posso dimenticare anche Giorgio Bongiovanni, che è uno di quei giornalisti che ancora sanno leggere, ancora sanno scrivere, che ancora portano avanti quello che dovrebbe essere il giornalismo in Italia, che da quindici anni almeno, o forse di più, hanno continuato a portare avanti la lotta per la verità e per la giustizia. Quella verità su cui io mi vergogno di dire che per dieci anni ho mantenuto il silenzio. Io non so che cosa potrei portare di nuovo questa sera in un incontro come questo, per cui posso dire che quello che posso portare, quello che vi ho portato, è semplicemente la passione di questi giovani, che sono venuti da tutta Italia, spesso non avendo neanche i soldi per pagarsi il biglietto, spesso non avendo neanche un lavoro per poter sostentare in un paese come il nostro, che purtroppo a questi giovani non riesce ad assicurare un futuro che non sia precario, un futuro che non sia incerto, un futuro che li potrebbe spingere ad andare a cercare in un altro paese quello che non trovano nel nostro ... Io vi prego ragazzi,” prosegue ancora Salvatore,“ non andate via, noi abbiamo bisogno di voi qui. Io ho fatto questo sbaglio quarant’anni fa, io sono andato a cercare un altro paese, ho lasciato la mia Palermo, ho lasciato la mia terra, ho lasciato mio fratello e sono andato via, credendo di andare a trovare fuori da Palermo un altro paese, un’altra maniera di vivere. Ho sbagliato ragazzi, non bisogna mai fuggire da quello che non ci piace; quello che non ci piace lo dobbiamo amare, dobbiamo fare come Paolo, questo è il nostro Paese, il nostro Paese noi lo amiamo. Il nostro Paese non ci piace, ma amare, come ha detto Paolo, significa amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare. È quello che dobbiamo fare, noi dobbiamo combattere per il nostro Paese, perché questo Paese è nostro e noi ce lo dobbiamo riprendere. Noi continueremo ad andare avanti come possiamo, continuando a gridare, così come gridiamo, la vostra voglia di verità e di giustizia, standovi vicino” continua ancora Borsellino rivolgendosi ora ai magistrati presenti “come vi stanno vicino oggi questi giovani che sono venuti da tutta Italia. ...Perché noi idealmente vi proteggeremo con i nostri corpi, con la nostra passione e anche con le nostre agende rosse levate in alto, che continueremo a levare, continuando a gridare la nostra voglia di verità, la nostra voglia di giustizia, la nostra voglia di resistenza, fino a quando, come sono riusciti i martiri della resistenza a vincere, anche noi vinceremo, anche la giustizia vincerà, anche la verità trionferà. Noi lotteremo fino all’ultimo per questo, ve lo giuriamo, non vi abbandoneremo”. Oramai sfinito, Salvatore, circondato da un caldo applauso lascia la parola a Giorgio per la conclusione.

“Volevo fare una considerazione” dice Giorgio, “in base a ciò che ha detto Salvatore e cioè che le Procure di Caltanissetta e di Palermo oggi comunque stanno lavorando e il vento è cambiato. Effettivamente è così, credo che i magistrati qui presenti, diversamente da altri anni nel passato, oggi hanno la possibilità di poter lavorare grazie ai vertici delle Procure, a Caltanisetta Sergio Lari e a Palermo Francesco Messineo qui presente questa sera che hanno avuto, secondo il nostro punto di vista, la capacità e la professionalità di armonizzare la Procura e di dirigerla in modo che i magistrati antimafia potessero lavorare serenamente. Questo è un merito che al dottor Messineo va riconosciuto. E volevo dire un'altra cosa per accogliere l’appello di Salvatore che è la nostra punta di diamante in questa squadra e che dice “Non andatevene”. Noi abbiamo risposto a questo appello e non solo non ce ne siamo andati, ma ci siamo trasferiti dalle Marche a Palermo. Antimafia ha aperto qui una sua redazione, ci siamo trasferiti proprio in questi giorni e riguardo a questo vi racconto un piccolo aneddoto. È personale, ma data l’emozione me lo posso permettere. Avevo diciannove anni, il 3 settembre del 1982. L’altro ieri quando sono entrato a Palermo con tutto il trasloco che mi portavo dietro, famiglia compresa, mi sono ricordato che il 4 settembre del 1982 il giorno dopo l'assassinio del Generale Dalla Chiesa ho tirato, rompendoli, i miei occhiali da vista sul televisore e in quel momento ho detto: “Generale, ti prometto che andrò a vivere a Palermo e ti renderò giustizia”, Una frase da esaltato probabilmente, ovviamente non sarò io a rendere giustizia al Generale, saranno i magistrati, io potrò solo dare il mio contributo, ma mi sono fermato in via Isidoro Carini e ho toccato quell’asfalto ricordandomi di quella promessa. Un abbraccio a tutti e grazie di cuore”.

La conferenza termina così con le parole di colui che ha dato vita a questo incontro annuale, direttore di Antimafia duemila, stigmatizzato, uomo di profonda fede universalmente cristiana, la personificazione dell'unione (lo ha battezzato così un essere a noi molto caro), rivoluzionario sociale e mentore dei suoi meravigliosi ragazzi che hanno trovato la propria realizzazione nella lotta per il riscatto di quella giustizia rubata ai più deboli e agli indifesi, nel sentirsi una grande famiglia con tutti coloro che abbracciano i valori di Giustizia e Verità coscienti che solamente uniti si potranno raggiungere i veri risultati.

Da Palermo
Vostra
Sonia Alea

Sant’Elpidio a Mare, 5 agosto 2011

L'anticristo economico‏

DAL CIELO ALLA TERRA


ISMAEL HOSSEIN-ZADE, UN RICERCATORE-GIORNALISTA EBREO, SERIO ED ANCHE LUI UNA VOCE CHE GRIDA NEL DESERTO. EGLI DIMOSTRA L'INGANNO E LA MENZOGNA DEI PADRONI DEL DOLLARO AMERICANO.
NOI LO ABBIAMO GIÀ DETTO E SCRITTO DA TEMPO. L'ANTICRISTO È SULLA TERRA, È IL TIRANNO CHE DOMINA L'ECONOMIA MONDIALE ED È IL SIGNORE DI TUTTO CIÒ CHE È MATERIA. LA SUA ARMA ATOMICA È IL DENARO, IL SUO TALENTO LA VANITÀ E LA SETE DI SANGUE, IL SUO ESERCITO LA MAGGIOR PARTE DEGLI UOMINI ED UNA LEGIONE SPIRITUALE MALEDETTA DA DIO.
MA ATTENTI!
SULLA TERRA È RITORNATO ANCHE UN ALTRO PERSONAGGIO NON DI QUESTO MONDO: IL FIGLIO DI DIO GESÙ CRISTO. EGLI È PRESENTE MA INVISIBILE E CON LUI UNA SCHIERA DI SOLDATI DI LUCE UBBIDIENTI AL SIGNORE DEGLI ESERCITI ADONAY. EGLI HA PROMESSO DI RITORNARE CON POTENZA E GLORIA E QUINDI PRESTO TUTTI LO VEDRETE CON I VOSTRI OCCHI E TUTTI SARETE GIUDICATI SECONDO LE VOSTRE OPERE (Matteo, cap. 24. Apocalisse, cap.1).
LA BATTAGLIA DI ARMAGHEDON È INIZIATA E TRA NON MOLTO L'ANTICRISTO SARÀ FERITO A MORTE E LA SUA TESTA SARÀ MOZZATA DALL'ARCANGELO DELLA GIUSTIZIA.
TUTTI COLORO CHE RINUNCERANNO A SATANA E AL SUO STERCO (DENARO- MATERIA, ECC.) SARANNO GLORIFICATI E GOVERNERANNO IL REGNO CHE IL NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO INSTAURERÀ IN QUESTO MONDO.
IL TEMPO È VENUTO!
PACE!
DAL CIELO ALLA TERRA


P.S Articolo allegato. Leggete! Meditate e Deducete.

S. Elpidio a Mare (Italia)
4 agosto 2011. Ore 18.54
Giorgio Bongiovanni


CAPRI ESPIATORI E COLPEVOLI
QUALI SONO LE VERE CAUSE DEL DEBITO E DEL DEFICIT DEGLI USA
È ovvio che nessuna malattia può essere curata con successo senza una diagnosi appropriata del male stesso. Tuttavia, nei loro frenetici sforzi per rimediare la piaga del debito e deficit pubblico, i responsabili politici degli Stati Uniti tendono a scartare le cause che sono alla radice del problema e a concentrarsi, invece, sui capri espiatori.
Quali sono le cause alla radice del debito e deficit pubblico? Innanzitutto, i pacchetti di salvataggio multi-miliardari concessi a Wall Street al fine di riscattare i giocatori finanziari, i costi sempre crescenti della guerra e del militarismo, le immense concessioni tributarie ai ricchi ed il vertiginoso aumento dei costi dell’assistenza sanitaria, incrementati sistematicamente dalle compagnie di assicurazione e case farmaceutiche.
Quali sono i capri espiatori? Sono i diritti della rete sociale (Previdenza Sociale, Assistenza statale, medica ed ospedaliera, e Assistenza finanziaria spese mediche ed ospedaliere per i meno abbienti) e le spese discrezionali non militari: salute, educazione, abitazione, trasporto, ecosistema, sviluppo comunitario, scienza ed energia, servizi sociali, etc. Li definisco capri espiatori perché non costituiscono le fonti della continua scalata del debito e del deficit.
Prendiamo, ad esempio, la Previdenza Sociale. Innanzitutto, è un programma di assicurazione che si autofinanzia, sovvenzionato con l'imposte sul reddito, non con una elargizione o cortesia dello Zio Sam. Secondo, benché non abbia oramai un surplus così grande, come una volta, gode ancora di un surplus notevole. Certamente, senza il surplus della Previdenza Sociale, il debito federale sarebbe ancora maggiore di quello che è. Terzo, nella misura in cui il fondo fiduciario si trovi ad affrontare un'insufficienza nel futuro, può rimediarsi facilmente, ad esempio, aumentando il livello massimo di reddito imponibile, (ai fini del reddito), dagli attuali 106.800 dollari ad un livello leggermente superiore.
Così come la Previdenza Sociale, l'Assistenza Statale Medicospedaliera, è un programma di assicurazione, finanziato dall’imposta sul reddito. (Del 15,4% dell'imposta al reddito, il 12,5% è destinato a finanziare la Previdenza Sociale ed il rimanente 2,9% l'Assistenza Statale Medicospedaliera). È da poco che le spese dell'Assistenza Medico Ospedaliera sono quasi giunte a superare le entrate. Anche questo può essere risolto facilmente se o una volta che il reddito massimo imponibile per finanziamento del reddito venga aumentato al di sopra degli attuali 106.800 dollari.
La pressione finanziaria sul programma Medicare (Assistenza Statale Medico Ospedaliera), così come per Medicaid (Assistenza finanziaria spese mediche per meno abbienti), non si deve tanto a quella parte del programma che riguarda le entrate quanto a quella parte che riguarda i costi, la cui responsabilità è da attribuire a chi si occupa dell'assistenza sanitaria e farmaceutica e alle compagnie di assicurazione, non al programma in se. In effetti, il programma in sé è stato un caso ben riuscito di programmi di assicurazione sanitaria per singoli pagatori. Ci sono sospetti ragionevoli che questo sia il motivo per il quale potenti gruppi di interessi mirano alla distruzione dell'Assistenza Sanitaria Statale vista come un "cattivo" esempio di un programma di assicurazione medica di successo e con costi adeguati.
Proprio come i diritti non sono le fonti dei problemi del debito e del deficit, così non lo sono le spese discrezionali non militari come la sanità, l'educazione ed altre spese sociali e di infrastruttura.
Per un motivo, quelle spese, (o per essere più precisi, investimenti per mantenere e costruire il capitale fisico ed umano della società), costituiscono solo una piccola parte, il 15% del budget federale totale. Inoltre, la sua incidenza nell'aumento dei pagamenti federali è stata abbastanza infima negli ultimi anni, solo 14 centesimi per ogni dollaro nell'ultima decade, difficilmente sufficiente per incolparlo dell'astronomico aumento del debito e dei deficit federali durante questo periodo (Istituto di Politica Economica, Memorandum di Politica Nº 187, 13 Luglio 2011).
È ovvio, pertanto, che i negoziatori dei budget che si agitano e gridano a causa del tetto del debito, mentono impudentemente al popolo statunitense, quando incolpano i diritti alla previdenza sociale e alle spese pubbliche non militari come fonti del debito e del deficit federali. Un approccio onesto ai problemi del debito e del deficit sarebbe, invece, esaminare le vere cause di questi problemi: i salvataggi di Wall Street, guerra e spese militari, regali tributari ai ricchi e costi fuori controllo dell’assistenza sanitaria.
La cleptocrazia governante ed i mezzi corporativi hanno dato un’idea molto errata riguardo al riscatto dei giocatori di Wall Street: il governo ha pagato solamente 780 miliardi di dollari di denaro pubblico (chiamato TARP, o programma di assistenza alle banche), per salvare gli speculatori in bancarotta o prossimi alla bancarotta, che una volta ripresi avrebbero restituito quanto dovevano ai contribuenti - e fine del discorso!
In realtà, il denaro del programma TARP fu solo una piccola parte del regalo fatto a Wall Street dal governo con i soldi dei contribuenti. Altre forme di elargizioni governative, non note al pubblico, inclusero miliardi di dollari in sussidi, sostegni finanziari, prestiti, acquisti di azioni senza valore a prezzi elevati prima della recessione, ed una serie di sconcertanti forme di saccheggio.
Il senatore Bernie Sanders (del Vermont), descrive il fatto come segue:
“Il primo audit integrale della Riserva Federale ha scoperto nuovi sorprendenti dettagli su come gli Stati Uniti hanno elargito la enorme somma di 16mila miliardi in prestiti segreti per salvare banche e imprese statunitensi e straniere durante la peggior crisi economica dopo la Grande Depressione.”
Questo spiega perché il debito federale è aumentato da 9,2 mila miliardi di dollari nel 2007 a 14,2 mila miliardi nel 2011, un aumento di circa il 55%.
È ormai di dominio pubblico che a contribuire significativamente alla crescita del debito e del deficit è l'aumento delle spese nella guerra ed militare, quasi raddoppiato nell'ultima decade (da 295 miliardi di dollari nel 2000 agli attuali 560 miliardi). Benché il budget ufficiale del Pentagono per l'anno fiscale 2011 è di 560 miliardi di dollari, la cifra reale è quasi il doppio di quella ufficiale.
Il motivo di questa sottovalutazione è che il budget ufficiale del Dipartimento di Difesa esclude non solo i costi delle guerre in Iraq ed Afghanistan, ma anche una serie di altre voci di costo importanti. Queste voci di costo mascherati includono: budget per la Guardia Costiera, il Dipartimento di Sicurezza Interna, armi nucleari, programmi dei veterani, pagamenti per i militari in pensione, pagamenti di interessi sul denaro prestato per finanziare programmi militari negli ultimi anni ed altro ancora.
Una volta che queste spese non definite o mascherate vengono aggiunte al budget ufficiale del Pentagono, le voci totali del bilancio relative alla "sicurezza", ammonterebbero a poco più di 1.100 miliardi di dollari, che assorbe approssimativamente un terzo dell'intero budget federale di 3.400 miliardi di dollari del 2011.
Un altro fattore che ha contribuito all’aumento del debito e del deficit sono state le immense agevolazioni fiscali concesse a gigantesche imprese e agli strati molto benestanti della società. Ad esempio, secondo i Cittadini per la Giustizia Tributaria (CTJ, sigle in inglese), noti per le loro precise relazioni sulle imposte, l’ammontare combinato di imposte pagate dalle seguenti 12 corporazioni per il periodo 2008-2010 fu zero, anzi, meno di zero! Collettivamente, ricevettero 2.500 miliardi di dollari in rimborsi.
Le 12 aziende furono: Exxon Mobile, Wells Fargo, DuPont, American Electric Power, Boeing, FedEx, IBM, Generale Electric, Honeywell International, United Technologies, Verizon Communications e Yahoo. CTJ informa che “dal 2008 al 2010, queste 12 compagnie dichiararono171 miliardi di dollari di profitti americani lordi. Ma come gruppo, le loro imposte federali sul reddito furono negative: -2.500 milioni di dollari.” (Bisogna segnalare che benché il totale delle tasse federali sul reddito per il gruppo di 12 nel suo insieme è stato negativo, quattro su 12 ha pagato qualche tassa federale, ma le poche tasse che queste quattro versarono furono più che compensate dalle altre sette compagnie che non hanno pagato niente.)
Un'indicazione di come le grandi corporazioni USA pagano - o evitano di pagare - i propri obblighi tributari. Gli estremamente ricchi e potenti gruppi di interesse hanno utilizzato (dalla fine degli anni settanta inizi degli ottanta), deliberatamente una combinazione dell'aumento delle spese militari e di riduzione dei propri obblighi tributari per ridistribuire le risorse nazionali dalla base. Questa combinazione porta ad aumenti ai fini del debito e deficit, e quindi obbliga ai tagli nelle spese pubbliche non militari.
Questo rappresenta una strategia cinicamente astuta da parte della plutocrazia governante che si avvantaggia con la guerra, il militarismo, il debito ed il deficit: invece di finanziare le sue guerre ed avventure militari pagando imposte in proporzione alle sue entrate, si concedono sovvenzioni tributarie, finanziano le guerre predilette mediante prestiti e dopo girano le spalle e prestano denaro (imposte non pagate), al governo guadagnando interessi. Così i ricchi hanno trasformato con successo i loro obblighi tributari in diritti di credito, cioè, prestano invece di pagare imposte, che in essenza è semplicemente una forma mascherata di furto.
Da questa breve analisi si deduce ovviamente che i cani politici di Washington che abbaiano di fronte alle spese pubbliche non militari come motivo dell'aumento del debito nazionale e del deficit suonano alla porta sbagliata. Fin quando le spese fuori controllo per la guerra ed il militarismo non subiscano un freno, le miliardarie concessioni per il benessere corporativo (sottoforma di regali tributari e costosi pacchetti di salvataggio/insolvenza), non siano ridotti, ed i costi dell’assistenza sanitaria in vertiginoso aumento non si restringano, il debito nazionale ed il deficit continueranno la loro tendenza ascendente.
È anche ovvio che si mente al popolo statunitense quando gli viene detto che tutta la lite che ha luogo a Washington per il tetto del debito è per ridurre il debito nazionale. In realtà, il debito nazionale continuerà ad aumentare anche se il governo delle corporazioni estrae pochi bilioni di dollari riducendo ancora di più le spese pubbliche non militari, cioè, riducendo ancora di più il livello di vita della gente.

Ismael Hossein-Zadeh, autore di The Political Economy of U.S. Militarism (Palgrave-Macmillan 2007), e di Soviet Non-capitalist Development: The Case of Nasser's Egypt (PraegerPublishers 1989), è professore emerito di economia nell'Università Drake, Des Moines, Iowa.

Ismael Hossein-Zade - Asia Times Online

Tradotto dall'inglese in spagnolo per Rebelión da Germán Leyens
(Copyright 2011 Ismael Hossein-Zadeh).

Fonte: http://www.atimes.com/atimes/Global_Economy/MH03Dj03.html
http://www.rebelion.org/noticia.php?id=133397

Agli scienziati arroganti del pianeta terra + articolo di Pier Giorgio Caria‏

DAL CIELO ALLA TERRA


SETUN SHENAR E I FRATELLI DELLA LUCE COMUNICANO:


SE NOI NON ESISTESSIMO LA SPERANZA PER I DEBOLI, GLI INNOCENTI E TUTTI COLORO CHE SOFFRONO SCHIACCIATI DAI TIRANNI DIVERREBBE UNA PALLIDA STATUA DI MARMO. GRAZIE A DIO E A CRISTO NOI “ALIENI” ESISTIAMO E SIAMO NATI 15 MILIARDI DI ANNI PRIMA DI VOI.
PER NOI SIETE VOI I VIRUS ASSASSINI DEL COSMO, LA PESTE BUBBONICA DELL'UNIVERSO. AVREMMO VOLUTO CHE FOSTE ENZIMI COSCIENTI DEL BENE E DELL'AMORE DELLA CREAZIONE, MA PER VOSTRA STOLTEZZA NON LO SIETE. SIAMO NOI CHE STUDIAMO LA VOSTRA NEFASTA EVOLUZIONE E SIAMO SEMPRE NOI GLI ANGELI DI IERI, GLI EXTRATERRESTRI OGGI. NON DIMENTICATELO MAI.
VI PERDONIAMO!
PACE!

SETUN SHENAR E I FRATELLI SALUTANO CON COMMISERAZIONE

San Giovanni di Polcenigo (PN-Italia)
2 agosto 2011. Ore 22:16
Giorgio Bongiovanni


LA GUERRA SEGRETA MA PALESE CONTRO LA VERITÀ COSMICA
di P.G. Caria.

È vero, tutti quelli che si occupano di diffondere informazioni contro corrente, verità ritenute “scomode” dal sistema, sono abituati a sentirne di cotte e di crude contro i temi che vogliono portare all'attenzione del grande pubblico. Spesso gli attacchi arrivano dagli scienziati, cioè da quelli uniformati al pensiero o teoria dominante, vera o falsa che sia poco importa, l'importante è che dia i risultati voluti. La notizia protagonista ancora una volta è una delle più attaccate dal mondo accademico: la presenza di vita intelligente evoluta nell'universo, o meglio l'esistenza di civiltà Extratterrestri. Stavolta artefice delle presunta stroncatura è il professore di fisica Elio Sindoni, dell'Università Bicocca di Milano. Ne citerò, commentandoli, le parti salienti, cercando di mettere in evidenza la sottile strategia con cui è stato creato l'articolo che trovate a questo link: http://www3.lastampa.it/scienza/sezioni/news/articolo/lstp/413264/

Il 27 luglio del 2011, dalle pagine del quotidiano “La Stampa”, Sindoni rilascia al giornalista Gabriele Beccaria le sue lapidarie dichiarazioni che gettano discredito e seppelliscono, ma senza nominarle e non è sicuramente un caso se non le citano, una enorme mole di prove che potrebbero convincere chiunque. Nell'articolo è evidente quanto entrambi, intervistato e intervistatore, palesemente ignorino, e con questo non intendo dire appunto che non lo conoscono, quanto esiste oggi come dati a sostegno della realtà della visita extraterrestre e si autocelebrano l'uno con l'altro come fonti autorevoli nel chiedere e nel rispondere. Sindoni parla della ipotesi sulla non esistenza di vita intelligente nel cosmo come “della risposta scientifica più condivisa” ma io dico che una risposta scientifica, anche se largamente condivisa, non sarà mai una prova, una verità scientifica. Non è forse vero che gli scienziati di qualche secolo fa condividevano largamente la “risposta scientifica” che fosse il sole a girare intorno alla Terra? Questo prima che il povero Galileo li sbugiardasse tutti rischiando con ciò di finire al rogo. Purtroppo su quella falsa verità si era costruito un potere che dominava indiscriminato da secoli.
Poi usare il programma SETI come paragone di riferimento è un giochino che forse può incantare il grande pubblico ignaro della vacuità e del vuoto di reali intenti e contenuti di questo progetto, ma è anche vero che sempre più sono coloro che ormai sanno quanto povero di mezzi e fallace sia il famigerato programma SETI e poi se realmente li trovassero lo direbbero?
Inoltre, nelle risposte di Sindoni leggiamo una reiterata sottolineatura di quanto numerose, incredibili e improbabili siano le condizioni necessarie allo sviluppo della vita su un pianeta, di vita intelligente poi... Ma scusate su quanti sistemi solari siamo andati per poter affermare questo? Qualcuno potrebbe obiettarmi: “ma abbiamo le sonde, i radiotelescopi, Hubble ecc.” e io rispondo con due notizie tra le tante, che ci dicono chiaramente il grado di attendibilità di tutto ciò.
Il 19 luglio del 2009 l'astronomo dilettante australiano Anthony Wesley scopre con il suo telescopio da 37 cm, montato in giardino, le tracce dell'impatto sulla superficie di Giove di un asteroide grande quanto la terra!!! Ma come! E la NASA, Hubble, le sonde, gli astronomi, Margherita Hack, Piero Angela e Sindoni dov'erano? Dove si trovava tutta quella scienza che afferma perentoriamente che non esistono gli extraterrestri? Erano girati dall'altra parte o erano accecati dalla loro stessa poco scientifica condotta?
Un asteroide grande quanto la terra entra nel sistema solare, colpisce Giove e non se ne accorge nessuno... possiamo dormire sonni tranquilli, no? Benedetti dilettanti...
La NASA dopo ha puntato Hubble su Giove e ha confermato la scoperta di Wesley, le foto sono facilmente reperibili in rete.
E ancora desidero citare una notizia più recente, è del 12 giugno di quest'Anno Domini 2011: le due sonde Voyager, lanciate ad agosto e settembre del 1977, hanno raggiunto il limite esterno del nostro sistema solare smentendo le teorie sinora accreditate sulla conformazione del campo magnetico solare in quella zona. Sinora “la risposta scientifica più condivisa” dagli scienziati era che il confine del campo magnetico del Sole avrebbe dovuto arcuarsi in semicerchi, eventualmente tornando indietro in direzione del Sole stesso. Invece le sonde Voyager, fregandosene irrispettosamente delle “risposte scientifiche più condivise” dei sapientoni li ha sbugiardati dimostrando il valore effimero dei loro sproloqui cattedratici e hanno dato le prove che invece il campo magnetico solare, ai confini del nostro sistema, è a bolle. Le bolle sono di mastodontiche dimensioni, con un diametro approssimativamente di 160 milioni di chilometri, vale a dire che le sonde ne attraverserebbero una in qualche settimana. Quindi non piccole bolle, ma mostri di 160 milioni di chilometri di diametro! E questo nel cortile di casa nostra, nel nostro sistema solare! Allora mi chiedo e chiedo a chi mi legge: “ma se siamo tanto ciechi di fronte a fatti di questo tipo a due passi da casa, che credibilità hanno questi personaggi quando millantano certezze sull'universo infinito?
Poi nel proseguo dell'articolo improvvisamente Sindoni si avvita su se stesso e dopo aver sproloquiato sull'improbabilità, sulla remotissima possibilità della ripetitività degli eventi che hanno fatto scaturire la vita intelligente sul nostro pianeta, come se fosse una conoscenza più certa di quella che gli rende noto il contenuto delle sue tasche, afferma candidamente che in realtà di come sia nata la vita sulla Terra non ci si sia alcuna certezza, cito testualmente le sue parole: «Non è detto che non ci sarà mai una scoperta: dato che non sappiamo come sia nata la vita sulla Terra, trovarla da qualche altra parte, anche in esseri che non sono approdati all’autocoscienza, potrebbe aiutarci a capire che cos’è successo qui».
E addirittura ammette che la vita sia potuta arrivare dallo spazio, sentite un po' cosa afferma Sindoni parlando delle comete: «In molte sono state trovate molecole organiche, rafforzando l’ipotesi della panspermia, vale a dire che la vita sia arrivata sulla Terra - e forse su altri pianeti – dall’esterno».
Ma se la vita è arrivata dallo spazio mi chiedo io, non è più probabile che lo spazio pulluli di vita?
Siamo davvero al delirio, o almeno così sembrerebbe...
Nelle righe precedenti questo era il tenore delle affermazioni di Sindoni, e cito di nuovo testualmente: «Il problema è rappresentato dall’insieme di eventi che ci ha portato da una forma probiotica fino all’homo sapiens. Sono successe vicende incredibili ed è stato necessario un pianeta come la Terra», e ancora rispondendo a questa domanda di Beccaria: «Eppure l’Universo è abbastanza vasto per ospitare altre Terre e altri habitat favorevoli: ora si stanno scoprendo centinaia di esopianeti»
Sindoni: «Sì, ma questo non significa che si arrivi automaticamente a manifestazioni di intelligenza paragonabili alla nostra», e per concludere ecco l'affossamento definitivo, alla domanda di Beccaria: «Batteri a parte, l’eccezionalità della nostra specie viene spiegata con il «Principio antropico», che enfatizza «la mostruosa serie di accidentalità» - come scrisse Fred Hoyle - che conducono alla nostra esistenza. E’ la pietra tombale per qualsiasi ET?
” Sindoni risponde;
«Le evidenze su cui si fonda il “Principio”, elaborato da molti grandi studiosi, da Brandon Carter a John Barrow, sono dati di fatto. Non c’è - come sospetta qualcuno - alcun sottofondo religioso».
E qui di novo invece di prove scientifiche assodate e dimostrate, vengono citati “principi” cioè ipotesi, di alcuni studiosi, come se fossero dei dati di fatto.
A parte anche il discorso sulla nostra tanto decantata intelligenza che evidentemente è meno intelligente di quanto Sindoni afferma e credo che lui lo sappia bene, e sul non meglio identificato “sottofondo religioso”, cosa dobbiamo commentare su un discorso così assurdo e contraddittorio? Credo che siamo di fronte al solito giochetto, alla collaudata strategia con cui ad un pubblico distratto vengono proposte mezze verità e mezze bugie in modo da generare solo una gran confusione, ma con un titolo ad effetto che imprima nella memoria delle persone il concetto principale che si voleva rimanesse indelebile, anche se non dimostrato e che, lo ricordo, è: "L'alieno che non incontreremo".
Un’ennesima fase della segreta guerra con cui i poteri forti, sostenuti e aiutati da una schiera di scienziati arroganti quanto ignoranti, cercano di tenere lontana dall'attenzione e dalla consapevolezza delle masse, la realtà di una visita cosmica che si fa sempre più palese in tutto il mondo e che fa sempre più paura a queste gente. Una realtà che spazzerebbe via questo sistema e tutti i suoi sostenitori e servi, in modo definitivo, ponendo fine ai gravissimi problemi da loro causati e che ci stanno sempre più velocemente spingendo lungo la china di una assurda e folle autodistruzione. Non durerà ancora a lungo questa guerra e la vittoria della verità cosmica è certa. Si tratta solo di resistere, resistere, resistere, e non sarà difficile perché gli eventi messi in atto da questi esseri e anche da uomini coraggiosi, diventano sempre più eclatanti:

Roma, 6 giugno 2010, alcune sfere di luce sorvolano la residenza dell'ambasciatore americano presso la Santa Sede. Sono avvistati e filmati da tre militari della contraerea, personale perciò specializzato a riconoscere oggetti in volo. I telegiornali italiani danno risalto a questo fatto.

Hangzou, Cina, 8 luglio 2010, un gigantesco sigaro volante luminoso sorvola la città a bassissima quota. Temendo possibili incidenti le autorità bloccano il traffico aereo dell'aeroporto locale, in partenza e in arrivo. La notizia fa il giro del mondo, persino i telegiornali cinesi, solitamente poco aperti a tali dichiarazioni, ne danno annuncio.

Washington, 29 Settembre 2010, sei veterani ufficiali della Aeronautica americana e britannica a nome di altri 120 militari dichiarano in una conferenza stampa: “gli UFO esistono e hanno danneggiato le testate nucleari delle basi NATO. I militari testimoniano le loro esperienze dirette, persino atterraggi di UFO nei pressi delle installazioni atomiche militari, e mostrano i documenti militari declassificati grazie alla legge sulla libertà d'informazione (FOIA)”.

New York, 13 ottobre 2010, durante l'intera giornata e sino a sera inoltrata, si svolge sopra la città più famosa del mondo un carosello di sfere di luce che la sorvolano a bassa quota. Per le strade si formano gruppi di numerose persone che osservano stupite l'incredibile spettacolo.

Di questi fatti ne hanno parlato in tutto il mondo ma forse Sindoni e Beccaria erano occupati con le loro dotte dissertazioni “scientifiche” sul fatto che gli extraterrestri non esistono o comunque non ci visitano. Non importa, verranno sommersi dall'incalzare degli eventi che supereranno qualsiasi censura messa in atto dall'arroganza umana.

P. G. Caria
30 luglio 2011

Diario di un viaggio da sempre sognato (Annamaria Caristo)‏

DIARIO DI UN VIAGGIO DA SEMPRE SOGNATO

Finalmente ci siamo, il 30 giugno sono sull'aereo che mi sta portando a Montevideo in Uruguay.
Con un po' di timore, a causa della lingua non conosciuta, pensavo chissà se a Montevideo, Erika Pais sara là ad aspettarmi? Chissà come sarà questa avventura di voler conoscere questi paesi del continente sud americano.
Ma in ogni caso pensavo “io non viaggio sola,con me c’è sempre e comunque il MAESTRO e la Madre Celeste e a seguito di questo pensiero mi addormento serena.

Il viaggio procede benissimo, fino a San Paolo del Brasile dove c’è stato il cambio di aereo dopo poche ore di attesa.e comunque anche il tragitto dal Brasile a Uruguay è stato tranquillo.

Alle 13 del 1 luglio arrivo a Montevideo, ritiro bagaglio ed esco dal terminal, e subito mi viene incontro la cara sorella Erika con Georges Almendras, che sollievo!!!

Baci e abbracci e via di corsa a casa, infatti sono capitata proprio in un momento difficile per Erika, che sta traslocando nella nuova casa di Giorgio.

Alla casa, trovo alcuni fratelli dell'arca di Rosario, che sono venuti a dare una cospicua mano nei lavori di miglioramento della casa, e per l'attività della pizzeria “LA TRIBU”.
I fratelli di Rosario, dell'Argentina sono Juan, simpaticissimo e infaticabile, Gerard, anche lui molto esperto nei lavori di muratura e lavoratore senza sosta, poi conosco Bruno, un ragazzo di 16 anni del gruppo dei giovani dell'arca di Rosario, con Emilia dolcissima ragazza di 15 anni, Daniel e Andres, tutti molto entusiasti del lavoro che stavano svolgendo nella casa di Giorgio dove vive Erika con il suo stupendo bimbo Giorgito.

I primi due giorni a causa del trambusto per i lavori dormo presso l'arca a Montevideo.
Faceva un freddo allucinante in quei giorni, e Erika mi ha messo a disposizione la stufa a gas per poter riscaldare la stanza in cui dormivo.
La mattina passava Georges Almendras a prendermi e mi portava a casa dove, nel mio piccolo, cercavo di aiutare Erika con la cucina e le incombenze inevitabili di una casa dove praticamente vivevano anche i fratelli dell'Argentina.
Dopo un paio di giorni la sorella di Montevideo di nome Aroma, mi ospita a casa sua, e la mattina prendevo il bus che mi portava a casa da Erika.
E così sono riuscita a farmi un'idea del modo di vivere a Montevideo.
Quello che mi ha meravigliato di più è il fatto che gli autisti dei bus, avevano la straordinaria capacità di guidare in mezzo ad un traffico indisciplinatissimo, facendo allo stesso tempo altre cose, del genere, parlare al cellulare o mandare sms, o contare i soldi che gli utenti alle fermate davano per il biglietto.

La città di Montevideo assomiglia un poco alle nostre città europee. Ci sono quartieri residenziali e quartieri molto poveri.
Nei 13 giorni che mi sono fermata in Uruguay, ho visitato con Aroma, la sorella che mi ha ospitato un po' il centro della città, perchè comunque Erika è molto impegnata con la casa.

Il 15 di luglio prendo il bus (qui lo chiamano il “pasaje”) per Rosario in Argentina.
E devo dire che sono rimasta meravigliata per l'organizzazione di questa arca.
All'arrivo alle 3 di notte a Rosario trovo Emilia, con la quale avevo instaurato un ottimo rapporto affettivo, e che nei giorni precedenti era tornata a casa. Naturalmente non era sola, era con il suo papà Martin Cardoso che è un fratello dell'arca, e un altro ragazzo che fa parte del gruppo dei giovani di nome Patrizio.
La famiglia Cardoso è una fonte inesauribile di amore, affetto, amicizia. Mi hanno accolta per le prime due notti come una persona da sempre conosciuta, e anche dopo che Inés mi ha ospitato all'arca mi sono sempre rimaste vicino.

Devo fare una riflessione, a Montevideo sono stata benissimo accolta con affetto da Erika e da tutte le sorelle dell'Uruguay, ma qui a Rosario è come se fossi a casa, forse è lo spirito del popolo argentino che, per moltissimi di loro, ha origini italiane. Inés è deliziosa, i fratelli e le sorelle amabili e disponibilissime, non meno le sorelle di Uruguay.
Il giovedì sera, giorno dopo del mio arrivo, ci rechiamo all'arca, e come ogni giovedì ci ritroviamo con i fratelli per la recita del rosario alla Santa Madre.

Al venerdì sera siamo in molti all'arca, si percepisce l'affetto e l'amore che distingue l'opera, ma soprattutto si sente la serenità e la concordia che lega tutti, me compresa.
Ci sediamo a tavola nella grande sala, dove si trova un tavolo che può ospitare fino a 15 persone (secondo mio parere).
Inés ad un certo momento fa un segno ai ragazzi e loro arrivano con doni per i fratelli dell'arca che si sono prodigati a Montevideo, e sorpresa delle sorprese … c’è qualcosa anche per me, una meravigliosa statuetta della Madre Celeste del Rosario, patrona della città.
Sono rimasta letteralmente a bocca aperta!!!! non me lo aspettavo!!! è stato bellissimo (avevo perfino le lacrime agli occhi).
Qui Inés intrattiene un legame con i giovani che è qualcosa di davvero indescrivibile.
Sono parecchi i ragazzi, ma ella ha per tutti anche un angolino del suo tempo, già tiranno, da dedicare loro. Proprio come una mamma.
Mi sono resa conto, in questi pochi giorni a Rosario, cosa vuole dire vivere in comunità sia di intenti che di attività.
Qui di seguito vorrei dare alcune indicazioni di come è organizzata questa arca.

LUNEDÌ in questo giorno, c’è la pulizia generale dell'arca e si svolgono attività non programmate,
MARTEDÌ: Riunione del gruppo dei giovani, per organizzare il programma che andrà in radio “FREQUENZA GIOVANE”.
MERCOLEDÌ: riunione generale dell'arca
GIOVEDÌ: dopo cena si riunisce l'arca per la recita del Rosario.
VENERDÌ: Programma in radio “TIERRA VIVA”
SABATO: pulizia della casa e lettura dei messaggi di Giorgio o Eugenio con discussione. E a seguire cena.
DOMENICA si sta insieme il più tempo possibile, chiacchierando e mangiando biscotti o dolci fatti dalle sorelle, bevendo caffè.

Naturalmente tutte le sere Inés è presente con i ragazzi, e qualche fratello si ferma a cena. In questo frangente ho conosciuto anche Juan Alberto, che si è subito preoccupato di chiedermi se la mia sistemazione mi era gradita.

Un'esperienza fantastica e di questo ringrazio DIO.

Domani 19 luglio, prendo il bus e mi recherò (sempre DIO volendo) ad Asuncion in Paraguay, dove conoscerò Omar Cristaldo e la sua dolce moglie.

20 Luglio, ore 8 del mattino, arrivo a Asuncion del Paraguay. C'è Omar Cristaldo ad aspettarmi al terminal dei bus. Prendiamo un taxi e andiamo a casa sua. Qui conosco la moglie di Omar, la cara Hilda.
Per una singolare coincidenza, proprio quella mattina, Omar riceve l'avviso della posta per il ritiro della targa che da Varese è stata spedita, per la manifestazione di pesca organizzata tramite l'azienda dove lavora Marco Procopio, e con la quale (manifestazione) sono stati raccolti fondi per il “merendero” di Asuncion.

La casa di Omar e Hilda è molto grande, in stile quasi vittoriano, costruita circa 30 anni fa e nel tempo, ampliata. Infatti, Omar ha in casa i sei figli di cui uno sposato con due splendidi bimbi, che non fanno altro che chiamare “abuelo” che in italiano è “nonno”.
Qui in Paraguay la realtà è completamente diversa da quella che ho visto, nel mio piccolo, in Argentina. Si, ci sono quartieri in cui vivono persone benestanti, ma la maggior parte della popolazione è povera.
I bambini che vivono per strada sono una continua coltellata al cuore. Vedere questi piccoli di 5 - 6 anni, a piedi nudi, sotto la pioggia o in mezzo alla spazzatura della strada mi infliggono continuamente coltellate.
Nel “merendero”, che con molto amore Omar e Hilda mandano avanti, arrivano bambini, ragazzi, ragazze, anche persone adulte che accompagnano figli o nipoti.
Nel merendero c’è sempre bisogno di tutto, malgrado l'aiuto che Funima fa arrivare, non è mai sufficiente. Soprattutto servirebbe una tutela sanitaria, di un medico, o infermiera professionale.
Arrivano bambini con i piedini tagliati dal correre per strada, oppure ragazzine che hanno bisogno di un bagno, di uno shampoo contro gli “insetti”, di un medicamento per la tosse, o per la febbre, di una medicazione a qualche piccola ferita, di una merenda calda e di tanto affetto e pazienza da parte di Omar e Hilda.
Questi piccoli hanno in mano delle piccole cose da vendere salendo sui bus alle fermate, o lavano i vetri delle vetture.
La maggior parte di loro sono controllati dalle loro nonne o mamme.
Esiste una gerarchia fondata sul matriarcato.e ho il dubbio che se la sera ritornano alla loro “casa” (sperando che ne abbiano una), con pochi soldi, vengano anche maltrattati da queste presunte “nonne”.
Mi fa un a tristezza infinita vedere i loro sguardi di gioia quando arriva l'ora della merenda, quando penso che i nostri nipoti o figli, hanno tutto, il superfluo, e questi piccolini non hanno nulla.

Mi domando, non sono anche essi figli di DIO?

CERTO CHE SI

Anzi, sono quelli più amati dal Maestro, per la loro sofferenza, e per la loro mancata infanzia.

Omar li esorta a sedersi e a dire una preghiera al PADRE e un’Ave Maria alla MADRE CELESTE.

Fin verso le sei della sera restiamo al merendero con i bambini che giocando trovano un momento di coesione e di serenità che secondo me è altrettanto importante come la merenda.
Noto che alcuni di loro, chiedendo sempre il bis della merenda, nascondono, come se stessero facendo un furto, in tasca o sotto la maglietta ormai sporca e lacera il pane o il dolce che trovano nel piatto.
Una sorella di Varese, mi aveva affidato degli indumenti per i bimbi, soprattutto piccoli, è stata una vera benedizione!!! la distribuzione di tali indumenti avviene solo tramite Hilda, poiché ella sa come donare e a chi dare.

Ringrazio il Padre che mi ha dato la possibilità di imparare vivendo con queste persone fantastiche, e di avere avuto la possibilità di comprendere cosa significa la parola AMORE.

Sto meditando di tornare in Paraguay, ma per un lungo periodo, a dare un aiuto a queste due persone, Omar e Hilda, che stanno dando tutto loro stessi a questi bambini.
Non metto ipoteche sul futuro, ma il mio più ardente desiderio è proprio questo.
Ora chiudo il mio diario, domani venerdì 29 luglio, rientro a Montevideo, da dove il 30 ho il volo di rientro in Italia.
Spero che questo mio diario vi possa aiutare a capire cosa ho vissuto in questo mese di luglio 2011.
Ringrazio il Cielo per la possibilità che mi ha donato.

Grazie PADRE

Annamaria Caristo


Asuncion, 28 Luglio 2011

La strage in Norvegia‏

DAL CIELO ALLA TERRA


COMUNICATO URGENTE:

LA STRAGE IN NORVEGIA!

LA FOLLIA DELLA PESTE DEI NEURONI DEL CERVELLO USATA COME ARMA DALLE FORZE ANTICRISTICHE CHE GOVERNANO IL MONDO.
ATTENTI!
VI SONO, SPARSI IN EUROPA E NEL MONDO, CENTINAIA DI “CELLULE” (ASSASSINI CRIMINALI COME IL SIGNOR ANDERS BREIVIK) PRONTI A COLPIRE UCCIDENDO MIGLIAIA DI PERSONE. ESSI SONO INFESTATI DALLA PESTE NEURONICA. TALI INDIVIDUI ASSETATI DI SANGUE SONO FACILMENTE MANIPOLATI E PERSINO USATI DA ISTITUTI PERFETTAMENTE ADDESTRATI AL SERVIZIO DEI GRANDI POTERI CHE GOVERNANO IL MONDO. LA NORVEGIA É UN PAESE STRATEGICO PER LE GRANDI RISORSE NATURALI CHE POSSIEDE ED É SOPRATTUTTO LA PORTA CHE PERMETTE DI ENTRARE NEGLI IMMENSI GIACIMENTI DI RISORSE ENERGETICHE CHE CI SONO IN TUTTO L'ARTICO.
COLORO CHE SI DISPUTANO IL DOMINIO DEL MONDO HANNO BISOGNO DI TRASFORMARE UN PAESE APPARENTEMENTE INNOCUO E PACIFICO IN UN AVAMPOSTO MILITARE E SOSTITUIRE L'ATTUALE GOVERNO IN UN FUTURO REGIME APPARENTEMENTE DEMOCRATICO MA IN REALTÀ TOTALITARIO.

SCRIVE IL GIORNALISTA ITALIANO PINO CABRAS:

“…Dobbiamo intanto chiederci a chi giovi il massacro nella tranquilla città scandinava. La Norvegia, sebbene abbia un peso demografico molto modesto (poco più degli abitanti del Piemonte distribuiti su un territorio più vasto dell’Italia), e sebbene appaia a uno sguardo superficiale come un Paese periferico, ha in realtà una fortissima proiezione geopolitica, presentandosi come un paese chiave della NATO in vista dell’imminente corsa all’Artico, un’area che si libera sempre più dei ghiacci e “scopre” immense risorse su cui stanno puntando le grandi potenze.

È inoltre un paese petrolifero di prima grandezza, che ha nei suoi forzieri sovrani un cumulo di risorse gestite finora con oculatezza e con un’attenzione costante alla coesione sociale legata al modello scandinavo, qualcosa che non piace agli avvoltoi della finanza internazionale. È infine un comitato di emanazione parlamentare norvegese ad assegnare il Nobel per la Pace: il fatto riflette una secolare vocazione delle classi dirigenti della Norvegia a partecipare attivamente nello scenario internazionale, come ad esempio con gli “accordi di Oslo” fra israeliani e palestinesi negli anni novanta del XX secolo, e ultimamente con qualche ripensamento rispetto all’impegno militare in Libia nonché con il possibile riconoscimento dell’indipendenza palestinese.

Mettendoci nei panni dei politici norvegesi, il messaggio degli attentati che ci arriva è chiaro: in quest’epoca di caos finanziario, di intensificazione delle guerre, di lotta più aspra per le risorse energetiche e minerali, non esistono porti franchi per la nostra tranquillità, né per le nostre casseforti piene, né per i nostri pozzi petroliferi non ancora esausti come quelli britannici, e saremo anche noi chiamati a schierarci dolorosamente, perché siamo lungo le linee di frattura dei poteri imperiali in lotta per sopravvivere. Non è stata fatta una strage in un giorno di punta, ma in un momento in cui i palazzi erano semivuoti. Furia omicida, sì, ma a suo modo molto contenuta, come se si dovesse economizzare e ottimizzare il messaggio, sufficientemente spietato, ma militarmente contenuto. Non c’è più nemmeno l’icona di Bin Laden a fare da schermo...”


NON POSSIAMO CHE SOTTOSCRIVERE TALE ANALISI. QUESTA É LA DURA E CRUDA REALTÀ CHE PROIETTA LA RAZZA UMANA IN UNA FOLLE CORSA VERSO L'AUTODISTRUZIONE. UNA GRANDE TRISTEZZA E DOLORE PER LE NOSTRE ANIME. CI CONSOLA SOLAMENTE CONSTATARE CHE NON SIAMO SOLO NOI, GLI “ALIENI”, I CATASTROFISTI, GLI APOCALITTICI, MA CHE SULLA TERRA, FORTUNATAMENTE, CI SONO PERSONE NON SOLO IMMUNI DALLA FOLLIA (HARBAR) MA CHE HANNO DISCERNIMENTO E SENSO DELLA GIUSTIZIA.

DAL CIELO ALLA TERRA

S.Elpidio a Mare (Italia)
27 Luglio 2011. Ore 20:55
Giorgio Bongiovanni

Malgrado il buio delle tenebre, Cristo è in mezzo a noi (Sandra De Marco)‏





MALGRADO IL BUIO DELLE TENEBRE, CRISTO ÈIN MEZZO A NOI

Trascinando dietro a sé il dolore fisico dell'ennesima sanguinazione e il peso delle prove quotidiane, Giorgio a stento raccoglie tutte le sue forze per rialzarsi, per raggiungere ancora una volta i suoi fratelli con i quali questa sera vuole condividere una straordinaria esperienza vissuta con il Maestro. Un amore tanto grande che non conosce tregua, e traboccante si riversa naturalmente su di noi: un amore irradiato da ogni suo gesto, ogni suo insegnamento, ogni suo ammonimento. Impossibile non percepirlo. Come una fiamma rovente lambisce i nostri cuori, i nostri pensieri, le nostre paure. Senza misure, senza argini, senza condizioni. Un sentimento assoluto, una vibrazione tanto alta che se ne percepisci la forza e l'impeto, non puoi non rimanerne estasiato. Il tempo di sorseggiare un caffè e Giorgio è già sull'uscio, dove si sofferma alcuni istanti sotto il rombo assordante dei motori degli aerei militari che da mesi oramai atterrano e decollano dalla vicina base militare della Nato di Aviano. Un lugubre sottofondo che fa da cornice a questo breve cortometraggio, scaturendo una indecorosa giostra di pensieri che si accavallano in pochi istanti. Quante volte quei sacri piedi si sono posati su questa terra, tra un'infinità di sguardi noncuranti e indifferenti. Uomini e donne affetti da una moralità precaria, assuefatti da un inquietante e genuino opportunismo che li ha resi ciechi di fronte a quei sacri segni e all'orrore che ci sovrasta. Una terra dove l'uomo ha dato in appalto a luoghi lontani le icone del male, appropriandosi e usufruendo di un "legittimo impedimento" per non schierarsi contro cose più grandi lui. Una terra dove la realtà di una guerra imminente si sfuma in modo impercettibile nel cinismo e in quell'ipocrisia che ancora respira la macabra illusione che, dopotutto, questa nuova strage di innocenti permetterà a tutti noi di mantenere ancora a lungo i nostri privilegi, i nostri agi, le nostre ricchezze. Nemmeno i più recenti disastri nucleari, le guerre in corso, la fame che continua a dilaniare interi popoli e le catastrofi naturali che si abbattono in ogni dove, infastidiscono più di tanto. In questi tempi di ordinaria follia, sotto lo spettro dell'omertà e dell'indifferenza, gli stessi sguardi ipocriti che con affanno si preoccupano del futuro dei propri figli si erigono a paladini della morale, sprecando fiumi di parole sull'emergenza terrorismo, sull'emergenza profughi, sull'emergenza lavoro, sull'emergenza rifiuti. Mentre una irreversibile condanna ai propri figli questa terra l'ha già assicurata. Perché qui, accompagnate dal rombo mortale dei cacciabombardieri, giacciono silenziose decine di testate nucleari. Una condanna a morte che incombe indisturbata, tollerata perché in fin dei conti stare dalla parte del più forte conviene, assicura uno stile di vita invidiato da molti. Nemmeno il rinomato centro oncologico che sorge ai piedi di queste montagne, uno tra i più importanti in Europa, è in grado di riesumare il più vago ricordo degli effetti di un olocausto nucleare. Nemmeno le chiese locali che di Cristo si riempiono la bocca, accennano ad indignarsi pubblicamente di fronte a una simile bestemmia. Gelidi pensieri che chiudono il loro rapido volteggio per adagiarsi nuovamente su quei segni, su quel sangue che passo dopo passo unge ancora questa terra. Mentre il mio sguardo risale fino al volto incorruttibile di quest'uomo venuto da altri mondi portando con sé la spada di Cristo. Un uomo venuto a risvegliare ed ammonire, che questo è il tempo della Sua venuta. Un richiamo a schierarsi a favore della vita, contro ogni male, contro ogni ingiustizia. E a ricordarci ancora che nonostante i tempi bui, nonostante l'oscurità, nonostante le tenebre, Cristo è in mezzo a noi. Basta cercarlo.
In una manciata di minuti giungiamo a Brugnera, nella sala adibita al nostro incontro. Maria e Antonio come sempre con grande cura hanno già disposto il materiale divulgativo insieme all'immancabile rinfresco. Giorgio abbraccia tutti i fratelli presenti e prende la parola.

“Buona sera. Un abbraccio a tutti voi presenti, e a tutti i fratelli collegati. Scusate il leggero ritardo ma mi sto ancora riprendendo dalla sanguinazione delle stigmate, un onore che vivo oramai da quasi ventidue anni. Questa sera voglio raccontarvi un'esperienza personale, intima, che ho vissuto e che sento di condividere con voi che siete i miei fratelli in Cristo. Non la troverete su internet e nemmeno ne parlerò in televisione quando ci andrò. Io divulgherò solo il messaggio che ho ricevuto e qualche immagine, senza fornire alcuna spiegazione. Io mi sento ispirato da Gesù che determinate esperienze che vivo con il Cristo devo mantenerle private e condividere con voi l'amore e la gioia che provo. Perché questo è un segno bello, profondo che non deve suscitare esaltazione e fanatismi. Anche se l’esperienza vera che io vivo nel mio corpo, questi sacri segni di sangue che porto non possono mai eguagliare qualsiasi esperienza. Nemmeno la visione spirituale, il contatto spirituale o fisico con fratelli extraterrestri può eguagliare la profondità, la grandezza dell'esperienza delle stigmate. Ad eccezione ovviamente della visione di Cristo o della Santa Vergine. Quindi quello che vedrete è un’esperienza molto bella che mi ha sconvolto e che solo ora a distanza di giorni riesco a razionalizzare. Ma non è la prova del mio messaggio.
La settimana scorsa mi trovavo in un paesino del triveneto non lontano da qui, ma del quale non vi posso rivelare il nome per ragioni di sicurezza in quanto strettamente legato al mio lavoro di giornalista antimafia. La mattina mi stavo recando all’ufficio postale e prima di entrarci incontro una donna matura, molto spinta, con atteggiamenti e in abiti provocatori che mi ferma e mi invita a seguirla e ad andare a casa sua “Vieni a casa mia, ti farò felice”. Allora io rispondo “Scusi? Ma lei cosa vuole da me?”. Il disturbo arrecato dalla sua presenza era così evidente che ad un certo punto questo essere si rivela. Il suo tono di voce si fa rauco e mi chiede “Non mi riconosci? Non hai capito chi sono?”. E io rispondo “Certo che ti riconosco, sei Satana. Che cosa vuoi da me?”. E lui riprende “Si sono io. Ti posso offrire quello che vuoi, tutto quello che ti serve. Vieni, seguimi”. C’erano altre persone presenti e in effetti ero un po' preoccupato che mi sentissero e mi scambiassero per uno squilibrato, anche se comunque sembravano tutte indaffarate e assorbite dal proprio tram tram quotidiano. Allora mentalmente ho risposto “Lo sai che non ho bisogno di questo. Vattene!”. E lui non se lo è fatto ripetere due volte, si è girato senza salutarmi e borbottando se n'è andato. Noi stigmatizzati, cosi come per Padre Pio, sappiamo che dopo questi incontri con il diavolo quasi sempre si presenta Gesù: prima la prova e poi la consolazione. Per cui sentendo la Sua chiamata, la stessa voce che sento quando sanguino, ritorno sui miei passi, salgo in macchina e mi allontano dall'ufficio postale. Mi apparto in una zona tranquilla dove non c'è nessuno e mi predispongo alla sanguinazione. Stavo quasi per togliere i guanti ma siccome non succedeva nulla, io che sono spontaneo anche con Gesù, gli chiedo: "Signore perché mi chiami? Devo sanguinare? Devo ricevere un messaggio? Cosa vuoi da me? dimmi cosa vuoi..". Al che questa voce mi indica esattamente dove andare. Io per voi lo traduco in italiano, ma è una voce che non si esprime a parole. È una spinta interiore che mi porta a fare delle cose indipendentemente dalla mia volontà. Giungo così in periferia di questo piccolo paesino, in aperta campagna, totalmente circondato dalla natura. Improvvisamente mi trovo dinnanzi ad una costruzione diroccata, che presumo sia appartenuta a qualche famiglia nobile, appunto perché decorata da alcune sculture. Un luogo dimenticato da Dio oltre che dagli uomini. E accanto ad essa vedo questa antica cappella abbandonata, o forse era un convento, a forma di arco e profonda una decina di metri. Nonostante la splendida giornata di sole, la luce qui non riusciva a penetrare. All'interno non c'era niente, solo il buio, era tutto spoglio, sporco. Voi vi chiederete come ci sono arrivato.. e io vi posso solo dire che mi ha mandato Gesù. Io entro e comincio a camminare per circa sette, otto metri nel buio quasi totale. A malapena uno spiraglio di luce trapela dall'esterno. A questo punto chiedo al Signore "Perché mi hai fatto venire in questo posto?". Ma non perché avevo dei dubbi. Io l'ho spiegato altre volte, anche quando abbiamo fatto la riunione con Raul, che nelle mie esperienze devo trovare il riscontro con il Vangelo. Altrimenti sto all'erta o le allontano. Ma in questo momento io sento che la voce è la stessa che sento quando sanguino. C'era anche un intenso profumo di fiori. Quindi con la consapevolezza che forse non avrei visto niente, aspetto nella penombra e con la mente mi rivolgo al Signore e dico "Signore non c'è niente qui, devo farmi luce". E siccome la luce del display del cellulare era troppo debole, attivo la luce della telecamera incorporata. Data la mia forte miopia, illumino il terreno per vedere dove metto i piedi, alzo il cellulare e a una distanza ravvicinata vedo appeso al muro questo essere crocifisso con la testa china verso il basso: all'improvviso mi ritrovo ai piedi di Gesù. Sono letteralmente scioccato perché avverto immediatamente che è una persona vera. Era proprio Gesù! Anche se dalle immagini non si percepisce, vi assicuro che questa sagoma umana perfettamente scolpita, in quel momento si è umanizzata, è diventata persona, si è resa viva. In quel momento ho la netta sensazione di toccare carne umana perché sento il suo calore. Nel filmato si può vedere che Lo tocco. E i rumori di sottofondo che sentite sono dati dalla croce di legno che io sollevo dal muro nel tentativo di levargli i chiodi. Io cado in uno stato di esaltazione mistica, di estasi, che i non credenti chiamano delirio, dove cerco di togliere i chiodi. Guardate..

La proiezione del video ha inizio. Le immagini si susseguono sotto gli sguardi attoniti e increduli di tutti i fratelli, mentre il silenzio in sala rapisce, fondendo emozioni e pensieri inesplosi, ogni singolo respiro. Immagini che racchiudo un messaggio così perfetto, dove principi eterni e immutati si esibiscono in tutto il suo splendore...

Sono immagini sconvolgenti – commenta Giorgio - perché il Suo corpo, i piedi, il petto e il volto sono diventati di carne. Gli chiedo di lasciarsi filmare temendo che il video poi non si vedesse. Mi sembra di essere sotto la croce come duemila anni fa. E mentre filmo io parlo al Signore e gli chiedo “Perché io, perché ora, perché al buio?”. E lui mi risponde :

“FIGLIOLO, ANNUNCIA A TUTTI: QUESTA È L'ORA DELLE TENEBRE. LA TERRA È AVVOLTA DALL'OSCURITÀ UMANA. MALGRADO CIÒ IO SONO QUI. IO CI SONO, MA QUASI NESSUNO MI CERCA. VÀ FIGLIOLO E TESTIMONIA LA VERITÀ DI CIÒ CHE HAI VISTO E SENTITO. PRESTO MI RIVELERÒ AL MONDO CON POTENZA E GLORIA. VÀ FIGLIOLO E NON TEMERE, IO SONO IN TE E CON TE.

E subito dopo – continua Giorgio - si scarica la batteria del cellulare. Quando poi sono uscito dalla cappella si è alzato un vento forte, non si accendevano i cellulari, e la macchina non partiva. E siccome mi trovavo a qualche chilometro dal centro abitato, mi sono un po' impaurito al pensiero di dovermi incamminare con le stigmate. Quindi ho pregato il Signore di farmi tornare a casa. E dopo un minuto si è creata un'energia particolare: si è rimessa in moto la macchina, si sono riaccesi i telefoni, e sono riuscito a trovare la strada. Il tutto e durato circa una trentina di minuti.
E così mi reco nuovamente alla posta. L'impiegata, dopo aver dato un breve sguardo alla mia patente di guida, mi fissa alcuni istanti e con tono esitante mi chiede "Mi scusi, ma lei che ha?... Lei è una persona particolare.." E io rispondo "Perché? Cosa ho fatto? Perché me lo dice?" La donna, incurante del numero di persone che nel frattempo si erano accodate a me, insiste "Non lo so. Ma lei è una persona particolare, ha un volto particolare.. lei ha dei segni, una croce nella fronte!.. ma lei che cosa ha?". Al che rispondo "Sì signora, io sono uno stigmatizzato. E le dirò che proprio poco fa ho avuto una esperienza sconvolgente: credo di aver incontrato Cristo, qui, nelle campagne del suo Paese… io l'ho filmato..era una statua, ma era viva...". La donna in preda all'euforia e all'entusiasmo mi chiede di vedere il video e aggiunge "Non mi interessa nulla della gente che aspetta dietro di lei, io mica vedo Cristo tutti i giorni! Mi faccia vedere…mi faccia vedere". Mentre le mostro il filmato commento "Secondo me è una figura di Cristo inanimata, che si è resa viva davanti a me.." A questo punto la donna si rivolge con un tono di rimprovero "Ma lei non sa quello che dice! Questo è un essere vivo!.. Ma lei chi é?". E io rispondo "Io sono Giorgio Bongiovanni... vada dai miei fratelli di Pordenone, le parleranno di me, le diranno chi sono e perché sono qui sulla Terra".
Questa è l'esperienza. Se volete farmi qualche domanda sono a vostra disposizione. Io per quello che posso vi rispondo, e a ciò che non so rispondere vi posso fornire delle deduzioni. La mia certezza è che questa è un'esperienza vera, è mia e me la tengo stretta. E per quanto riguarda il lato scientifico penso che la statua sia stata trasportata in questo luogo da mani aliene, dal mondo spirituale, e che poi sia stata riposta nel santuario, o nella chiesa in cui si trovava. E non escludo in alcun modo l'ipotesi, trattandosi di una statua molto particolare, che si trovi addirittura in Vaticano. Un dettaglio che mi ha colpito molto e che non ho mai visto in nessun crocifisso o altra raffigurazione, è il drappo che copre le sue parti intime che ne lasciava intravedere le forme. Molti dicono che Gesù fu crocifisso nudo, ma non è così. I ladroni sono stati crocifissi nudi, ma per rispetto della madre il centurione che era a capo della spedizione della crocifissione ha fatto coprire le parti intime con un drappo. Per dovere di cronaca vi devo informare che questo particolare l'ho rimosso per rispetto, non per pudore. Lui si è mostrato come duemila anni fa. Gli extraterrestri hanno trasportato in questo posto questa immagine, questo Cristo vivo per farmi vivere l'esperienza e per trasmettermi il messaggio. Il che era indispensabile affinché io potessi a sua volta trasmetterlo. Ho visto Gesù crocifisso nel buio, nelle tenebre dell'umanità e ora la trasmetto a voi. Vedere Gesù solo perché nessuno Lo cerca, tranne pochi, è una sensazione molto dolorosa. Tuttavia questo Gesù mi dice "Malgrado il buio delle tenebre, Io ci sono. Io sono presente, cercatemi e mi troverete".
In questa zona di campagna ci sono poi tornato in forma assolutamente privata e solitaria, alla ricerca di quella costruzione diroccata. Ho fatto anche una ricerca su internet per vedere se trovato la statua all'interno di una chiesa o di un santuario. Ma sono convinto che anche se ritrovo il luogo, la statua all'interno non c'è più. Se la statua si fosse trovata lì da tempo, si sarebbe coperta di polvere e di ragnatele..

D: È possibile che la statua fosse già lì?

G: Io in quella zona ci sono tornato, ma non ho trovato niente. Questo per dirvi di quanto è difficile trovare quel posto. Ho cercato con insistenza senza alcun risultato, e sono riuscito a ritrovare la strada del ritorno grazie al navigatore satellitare. Non l'ho fatto per curiosità, ma perché volevo rendervi partecipi. E anche se il Cielo non me l'ha concesso, io sento che quella statua la troverò in qualche luogo sacro. Io non ho bisogno di prove, ma se dovessi ritrovarla a Medjugorje o in un convento messicano, o addirittura nel Vaticano per me rappresenterebbe un ulteriore avvallo. Gesù ha voluto farmi capire che quello che stiamo vivendo è il momento più oscuro della storia dell'umanità. Un momento ancora più terribile della notte del Getsemani quando Lui è stato arrestato. Io ora che ho vissuto l'esperienza posso fare questa deduzione, ma se avessi ricevuto il messaggio senza viverla non l'avrei percepito allo stesso modo. Vedere Gesù nelle tenebre mi ha fatto molto male e in un primo momento anche impaurire. Ma il messaggio non si ferma qui. Questo è senza ombra di dubbio il momento più brutto. Basti pensare alle trentasette guerre in corso, al pianeta che sta morendo, ai trentamila bambini che muoiono ogni giorno di fame, ai bambini stuprati, ai vecchi abbandonati, ai ricchi sempre più ricchi, ai poveri che aumentano vertiginosamente, all'inquinamento, alle bombe atomiche, alle guerre in corso di attuazione, alla corruzione dei governanti, alle mafie. Ma Lui esorta a restare uniti. Lui dice "Io ci sono, cercatemi", perché Lui ha ancora speranza. C'è ancora un piccolo gregge che lo aspetta. Ci sono altri fratelli sconosciuti.

D: Quando torna Gesù?

G: Io non lo so, ed è giusto che non lo sappia. So che questo è il tempo, i giovani non diventeranno vecchi. Lui torna prima.

D: E il 2012?

G: Il 2012 è una data che impone una scelta entro la quale dobbiamo scegliere con chi stare, con il bene o con il male. E chi non ha scelto, cioè i tiepidi e gli indecisi, passeranno dalla parte del male. Quest'ultimi Gesù non li accetta e li mette dalla parte negativa. E se scelgo il bene questo non implica solamente essere onesti e dare un contributo alla società. Scegliere il bene significa anche schierarsi. E ti voglio fare un esempio. Durante la seconda guerra mondiale in Italia, in particolare in Emilia Romagna e nel Triveneto ci sono stati i più grandi uomini della resistenza, i famosi partigiani. Questi uomini si sono schierati contro con il bene, contro il nazismo. Ma quelli che non si sono schierati sono stati uccisi o arrestati, o sono stati deportati: hanno pagato la non scelta. E ora trasportiamola sul piano spirituale. Noi siamo in guerra, una guerra contro il male. Quindi il 2012, al di là delle profezie Maya o dei cerchi nel grano, è la data entro la quale ti puoi arruolare. E questo non significa che devi lasciare il lavoro o la famiglia, ma devi prendere una posizione e combattere il nemico con la parola, testimoniando, denunciando, divulgando. Se scegliamo il bene dobbiamo combattere con il verbo, mettendo a rischio anche la vita. Come diceva Gesù nel Vangelo "tutto vi possono fare anche togliervi la vita, ma più di quello non possono fare, perché l'anima non ve la possono toccare".

D: Nel messaggio di Gesù c'è una frase molto profonda: “La Terra è avvolta dall'oscurità umana. Malgrado ciò Io sono qui. Io ci sono”. E' una frase che mi ha colpito molto, perché questo significa che nelle tenebre la luce c'è sempre, anche nella coscienza delle persone che tante volte si buttano quasi via. Anche in coloro che pensano che nulla vale più la pena di fare. E anche se malgrado le cose le capisci, continui a ignorare e perseveri nel male, Lui è lì. Anche se stai facendo un cammino sbagliato, Lui è ancora lì. Questo è un messaggio potentissimo rivolto a tutti, perché ovunque tu sia, anche nel posto più buio Io ci sono. Però dobbiamo scegliere.

G: Bellissima spiegazione, condivido.

D: Questa esperienza ci ha dato la possibilità di comprendere che Lui c'è. Lui ha dato testimonianza della sua presenza, e questo mi aiuta molto perché finché non riesco a trovarlo in me stesso ho bisogno di vederlo fuori, anche se nel buio delle tenebre. Evidentemente siamo nella stessa situazione di duemila anni fa quando Gesù disse "Le volpi hanno una tana e gli uccelli hanno un nido, ma il Figlio dell'uomo non ha un posto dove poter riposare".

G. Sì, purtroppo è così.

D: Ti è mai capitato di sentire odore di giacinto?

G: Io generalmente sento profumo di rose o gelsomino. Durante questa esperienza però ho sentito un cocktail di fiori. Lui aveva tre orchidee ai piedi, bianche all'interno e rosa la parte più esterna. Non so spiegarmi come abbiano fatto a trovarsi li e a crescere nel buio. Le ho portati a casa e le ho riposte sotto la statua della Madonna.

D: Che dimensioni aveva la statua? E dove appoggiava?

G: La statua non toccava il pavimento e si trovava ad altezza del Golgota, così come è stato crocifisso duemila anni fa tanto che gli ho toccato i piedi. Non come fanno nelle chiese che la pongono a diversi metri di altezza! Ed era sospesa dal suolo e appoggiata al muro, ma non c'erano corde o ganci per sostenerla. Sembrava incollata alla parete.

D: Hai cercato di togliere i chiodi dai piedi?

G: In quel momento ero in preda ad un'esaltazione mistica. Io dalla rabbia tentavo di togliere i chiodi. Il rumore è dato dal legno della croce che, tirando i chiodi verso di me, sollevavo leggermente, ma che poi tornava ad appoggiarsi alla parete.

D: Ha aperto gli occhi?

G: No, non l'ho visto aprire gli occhi, ma sembrava che li stesse aprendo. In ogni caso Lui mi ha parlato, non con la voce, ha comunicato con me. E toccandolo, stringendo i suoi polpacci ho sentito il calore di una persona. Una sensazione che non dimenticherò mai.. nessuno potrà mai togliermi questa emozione. Era il calore di una persona spirata da pochi secondi. Infatti nel filmato si vedono dei liquidi che sembrano fuoriuscire dal naso, e il sangue sembra vero.

D: La cappella si trova a livello del terreno?

G: La costruzione è tutta diroccata, probabilmente abbandonata da almeno uno o due secoli. Sembra distrutta da un terremoto, ma non è stato il terremoto del Friuli. Al suo fianco si trova una cappella, una specie di grotta artificiale nella quale mi sono addentrato per circa sei, sette metri.

D: È successo il 25 giugno, il 26 è il Corpus Domini e il 24 è San Giovanni Battista. È successo proprio nel solstizio d'estate quando c'è maggior luce esterna. Invece sei dovuto entrare in un luogo lontano dal sole per trovare il Corpus Domini.

G: Certo. Anche questa è una bella interpretazione.

D: Dal momento che ti trovavi con Gesù, come hai fatto ad uscire e ad allontanarti da Lui?

G: L'ho lasciato perché me lo ha ordinato Lui dicendo "Vai, vattene. Devi andare a testimoniare la Verità". Se non l'avesse fatto io sarei ancora li. Allora io gli ho chiesto "Perché io, perché ora, perché qui?" Una domanda che rivolgo a tutti voi. Ma Cristo cosa vuole da me? Cosa posso fare io? Io vado per il mondo con gli stuzzicadenti…... quindi perché cerca me? Malgrado ciò, anche se non so rispondere a questa domanda, Lo amo, Lo servo e gli do la vita. Lui mi fa vivere esperienze tanto sconvolgenti per le quali mi pongo sempre la stessa domanda "ma perché non vai da chi è più grande di me, più forte di me? Perché vieni da me che sono insignificante?". Nonostante ciò, io Lo servo.

D: Gesù cerca gli umili e gli aperti di cuore..

G: Si cara. Mentre stavo tornando all'ufficio postale per svolgere alcune operazioni, io mi sono confessato con Gesù. Questo a voi non lo nego perché non mi vergogno di niente. Io sono trasparente anche nei peccati, e ho detto "Signore io vivo di Te e per l'opera, ma io oggi non ti cercavo, non ti pensavo. Ero assorbito da tutti i miei programmi e tutti i miei progetti inerenti l'opera. E così sei venuto a cercarmi Tu". Ma il Cristo, in quel momento, non lo stavo contemplando. Ed è stato proprio il diavolo ad avvisarmi e a prepararmi a questo incontro. Perché il diavolo, il principe di questo mondo, è l'essere più potente del mondo, colui che ha nelle mani tutto. Ma in realtà, perlomeno con i figli di Dio e se abbiamo fede, è stupido. Perché lui viene e offre. Ma io so che dopo di lui viene Gesù. Quindi il diavolo invece di sviarmi da Gesù, mi porta diritto a Lui.

D: È questo il suo compito?

G: Sì, è il suo compito. Il che significa che quando noi cediamo al demonio non è colpa sua, è colpa nostra. Questo è l'insegnamento. Perché se tu vivi Cristo, sai anche che il diavolo viene da Lui. Sai che se viene il demonio è perché il Padre sta pensando a te, ti vuole bene, ti vuole provare. Allora tu gli devi dire "Vattene!" , come ha fatto Gesù nel deserto. Quindi se l’uomo è forte e ha fede, quando viene il diavolo la fede stessa fa sì che quello strumento del male lo porti da Cristo. Se invece è debole, lo porta nelle tenebre. Quindi quando siete tentati dal demonio non dovete avere paura, timore o provare vergogna. La paura dovete affrontarla e subito dopo scacciarla. Dopo vivrete il Corpus Domini, cioè Gesù. Questo concetto è molto importante.

D: Da cosa riconosci il diavolo?

G: Da quello che ti offre.

D: Mi succede spesso di svegliarmi di notte e mentre cammino nel buio e mi avvicino all'interrutto - re della luce, la paura di incontrare il diavolo mi assale.

G: La mia risposta ti sembrerà banale, ma non lo è: accendi la luce. Noi non dobbiamo sfuggire il male, non dobbiamo scappare da lui. Il male lo dobbiamo affrontare Quindi il male che non sta' nuocendo agli altri, è necessario viverlo e superarlo. Altrimenti non lo comprendiamo. Il panico, la paura che provi in quei pochi secondi che ti separano dalla luce, la devi benedire, la devi valorizzare. Se invece sfuggi, come fai a sentire che era paura, a capire la sofferenza che può provocare la paura? Il panico, il terrore, la debolezza, l'insicurezza non sono negative. Le devi vivere. L'importante è che le superi, perché prima o poi lo farai.

D: Quindi non devo accendere la luce?

G: No, in quella circostanza devi fare esattamente quello che hai fatto: vivere la paura e accendere la luce. Non devi cercare di sfuggire alla paura, la devi vivere. E ti voglio dare anche un altro grande insegnamento. Gesù dice "Il regno di Dio sarà dato alle prostitute, ai delinquenti, ai pagani e ai peccatori, e sarà tolto ai figli del Regno". Ciò significa che Gesù tollera che noi pecchiamo, perché dopo avere peccato ci ravvediamo e diventiamo fedeli a Lui, molto più di chi non ha mai peccato ed è ipocrita perché non sa. Questa è la verità. Questo non significa che possiamo ammazzare la gente, ma che se noi viviamo i nostri piccoli peccati e poi li superiamo e ci ravvediamo, saremo fedeli a Cristo in eterno. L'esperienza dobbiamo viverla, però non dobbiamo perseverare.

D: Ritornando alla tua esperienza con il Maestro, è possibile che tu abbia vissuto un'esperienza di bilocazione?

G: No, io ci sono andato con la macchina. Io sono certo che il luogo esiste. Mentre per quanto riguarda la statua, penso che gli extraterrestri l'abbiano portata li e dopo l'esperienza l'abbiano rimessa al suo posto. Prima o poi la troverò, ne sono certo.

D: Io credo che sia importante l'evento in sé, non da dove sia stata prelevata la statua..

G: Certo che non è importante. Io non devo dimostrare niente a nessuno, ma se mi capita di trovarla, voglio condividerlo con voi. Infatti per me non è importante divulgare pubblicamente l'esperienza, ma il messaggio. Ne sminuirebbe la profondità.

D: Questa statua assomiglia al Cristo di legno che in un filmato di qualche anno fa miracolosamente alzava la testa..

G: Ci assomiglia un pochino, ma il volto in quel filmato è più scavato. Invece il Cristo che vedi ora, sembra una persona vera: il petto, il costato e anche la barba sembrano vere. Quando lo tocco sento carne umana. Per essere ancora più precisi, ci sono parti che si sono incredibilmente umanizzate, e altre che sono rimaste di legno.

D: Che differenza c'è tra l’incontro di Latisana e questa esperienza?

G: L’incontro di Latisana l'ho chiesto io, ed era una consolazione. Questo invece è un messaggio che devo portare in tutto il mondo.

D: Quando hai detto che quel giorno non stavi pensando a Cristo mi sono ricordata di una constatazione che io e mio marito abbiamo fatto un po' di tempo fa parlando di te. E cioè che anche se noi non ci dedichiamo molto all'opera, anche se non ti cerchiamo, tu ci sei sempre. Tu fai esattamente lo stesso con noi: ci cerchi. Ti conosciamo da quasi tredici anni, ma l'abbiamo capito da poco. E ti ringraziamo per questo.

G: Io vi cerco perché vi amo, perché siete miei fratelli. Ma Gesù è il Figlio di Dio, e se viene a cercare uno come me, non credo sia il suo dovere. Però Lui lo fa. Con i segni che io porto Gesù mi carica di una responsabilità grandissima che io mi sento indegno, e allo stesso tempo onorato, di vivere. E più la vivo, più io amo e cerco i miei fratelli. Io chiedo spesso a Gesù "Cosa vuoi da me? Perché mi cerchi? Perché non vai da qualcuno più potente che può fare molto di più?". Ma poi una voce mi dice che loro non cercano i fratelli. Aspettano comodamente nel loro trono che gli altri vadano da loro. Ecco perché Lui viene da me. Quindi quando vi cerco, non lo vivo come un dovere da compiere. Mi viene istintivo, lo sento dentro. Mi fa sentire vivo.

D: Nell'immagine del Lago di Tiberiade Gesù appare di luce. Perché a te appare con il corpo?

G: Quella che vedi nella foto del Lago è la vera essenza di Gesù. Ma Gesù è risorto anche in corpo, non dimenticatelo mai. Quindi quello che vedi ora è il Suo corpo resuscitato. Gesù non è sola luce. Quando Lui è resuscitato anche con il corpo, lo ha sanato e ha lasciato solo i segni. Quindi la vera essenza di Gesù è luce solare. Infatti quando Maria Maddalena vede Gesù risorto e Lo vuole toccare, Lui non lo permette perché lei, non essendosi ancora materializzato, avrebbe toccato aria.

D: Nel Vangelo è scritto che solo due suoi discepoli l'hanno riconosciuto. L'hanno riconosciuto dalle stigmate?

G: Gesù è un mutante. Aveva il suo corpo, ma si può trasfigurare. Loro, che facevano parte dei settantadue discepoli che lo accompagnavano dappertutto, non l'hanno riconosciuto dalle stigmate, ma da come ha spezzato il pane. Nessun altro l'ha riconosciuto.

D: Che differenza c'è tra compenetrazione e personificazione?

G: La compenetrazione può essere cosciente o incosciente, e avviene mentre io vado in estasi. Mentre nella personificazione è Cristo che parla, e lo strumento che lo riceve è tutt'uno con Lui. Quindi nel secondo caso io mi rendo disponibile ma sono cosciente, e realizzo tutto ciò che sta accadendo.

D: Ho avuto la sensazione che l'esperienza che hai vissuto quando con Cristo hai mangiato il pane sia molto diversa da quella che ci hai raccontato prima. Perché?

G: Perché Gesù mi ha permesso di fare una cosa che non mi ha mai permesso di fare fino ad ora: si è lasciato filmare. E questo significa che se l'ho potuto fare con una statua, lo farò anche con Lui e sconvolgerò il mondo. Per questo sono teso e molto emozionato. In ventidue anni che porto le stigmate, non è mai successa una cosa del genere. Quindi secondo me era anche un test, l'inizio di un nuovo processo. Chissà, forse un giorno verrà da me, ci metteremo a discutere a tavola, e mi permetterà di filmarlo con la telecamera. Ascoltarlo è una esperienza sconvolgente e io voglio veramente che l'umanità, un giorno Lo ascolti e si inginocchi davanti a Lui. C'è uno scritto bellissimo di Eugenio Siragusa che è stato il padre spirituale di molti di noi, che dice:

"Cosa, cosa gli domanderete quando verrà,
cosa gli domanderete quando Lui ritornerà.
sarete ancora una volta bugiardi?
sarete ancora una volta vigliacchi?
La Sua commiserazione sarà tutta vostra,
ma anche la Sua giustizia".

Ecco, io vivo con queste sensazioni. Noi miserabili cosa potremo dirgli quando Lui tornerà? L'unica cosa che possiamo fare, ed è un consiglio che do a me stesso e a tutti voi fratelli, è di non mentire: Lui è intollerante con la menzogna. Ma se sarete sinceri vi abbraccerà come pecorelle e vi perdonerà. Non dobbiamo preoccuparci dei nostri piccoli peccati, perché Lui li tollera. Ma dobbiamo servirLo, anche con le nostre debolezze, ed essere sinceri con Lui.
Gesù può perdonare chiunque perché ha autorità su di noi, di vita e di morte. Ma guai agli uomini che si vanteranno delle proprie opere! Quando Lui torna io sarò l'uomo più felice del mondo perché i potenti della Terra e della chiesa cattolica, in particolare il Vaticano, saranno giudicati.

D: Il testimone che insieme a te additerà l'anticristo sarà ucciso. Anche lui è uno stigmatizzato?

G: No, non è uno stigmatizzato. La profezia dell'Apocalisse dice che i due testimoni, Enoch ed Elia, saranno sacrificati, uccisi nel senso fisico. Perché poi resusciteranno.

D: È possibile che quello che sta' avvenendo oggi sia una ripetizione di ciò che è avvenuto duemila anni fa? È possibile che Lui venga per svolgere una missione?

G: No, questa volta il Signore non verrà a predicare. Lui non torna per offrire. Tornerà per giudicare. Quindi mentre duemila anni fa è stato detto "Attenzione, verrà il Figlio di Dio. Ascoltatelo, seguitelo!", adesso è mio dovere dirvi che Lui verrà e vi giudicherà.

Ricordando il Giudizio finale e il Suo ritorno, ci cingiamo a chiudere l'incontro. Anche questa sera è arrivato il momento di voltare pagina. Sembra quasi di sentire il titolo di un libro... un libro abbandonato sotto la polvere di un vecchio scaffale, in una stanza buia di quella grande biblioteca chiamata Universo. Un libro la cui trama fu scritta anni or sono in tante profezie; dove l'uomo, unica variante, si è macchiato di superbia, e accecato da una prepotente arroganza si ostina a non voler vedere tra le righe il suo tragico destino. Arrivando a sfidare il bibliotecario, custode e padrone indiscusso, e Servitore del Sapere che già ha deciso il gran finale. Affinché, come in tutti i suoi libri, la morale della favola sia sempre la stessa: l'evoluzione.

Sandra De Marco
San Giovanni di Polcenigo (Italia)
25 luglio 2011